Mosca, 2 dic – Lo aveva annunciato Putin due giorni fa a Parigi ed oggi il ministero della difesa russo non ha esitato a mostrare le prove che inchiodano Erdogan all’evidenza dei fatti: fotografie e mappe in formato gigante che documentano il trasporto illegale di petrolio dai territori controllati dallo Stato islamico alla Turchia. Martedì il premier turco si era detto indignato da tali insinuazioni ma pronto a dimettersi se le accuse fossero state provate.
“La Turchia è il principale consumatore di petrolio rubato ai legittimi proprietari, ovvero Siria e Iraq. Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto, la leadership politica del paese – il presidente Erdogan e la sua famiglia -è coinvolta in questa attività criminale“, ha dichiarato il viceministro russo della Difesa Anatoly Antonov. “Il cinismo dei leader turchi non conosce limiti – ha poi aggiunto lo stesso Antonov – stanno rubando il petrolio di uno stato sovrano e il figlio di Erdogan è stato nominato ministro dell’energia”.
Per il ministero della difesa russo la Turchia è il principale acquirente del petrolio saccheggiato a Siria e Iraq dall’Isis e sempre Antonov ha detto che Mosca ha in mano altre prove che verranno mostrate la prossima settimana riguardanti il traffico illegale di armi e l’addestramento di terroristi in territorio turco.
Eugenio Palazzini