Roma, 1 lug – Statue abbattute, bandiere cambiate, attori messi all’indice, film censurati. Dopo l’uccisione di George Floyd, nel nome dell’antirazzismo negli Stati Uniti non passa giorno che su qualcosa (o su qualcuno) si abbatta la mannaia politicamente corretta. Particolarmente presa di mira è la polizia americana, prima bandita da un intero quartiere di Seattle dichiarato “zona autonoma” dagli antifascisti (abbiamo visto com’è andata a finire) e adesso ridimensionata a New York. Quest’ultimo è forse il risultato più significativo ottenuto dalla campagna “de-fund the police” (togliere fondi alla polizia) lanciata dai Black lives matter e rilanciato anche da vari esponenti di spicco del Partito Democratico, tra cui Alexandria Ocasio-Cortez.
Tagli democratici
Su proposta del sindaco Bill de Blasio, anch’egli democratico, il consiglio comunale di New Yorl ha infatti approvato la nuova legge di bilancio che prevede un taglio pesantissimo ai fondi a disposizione del Police Department. La polizia newyorkese dovrà rinunciare a un miliardo di dollari in meno dei sei miliardi totali di cui finora disponeva. Una cifra con tutta evidenza impressionante, che inciderà sulle attività delle forze dell’ordine e sul personale stesso a disposizione, che potrebbe così essere ridotto. Il miliardo tolto alla polizia, stando alle intenzioni dei democratici, verrà girato a “giovani” e “servizi sociali”. Non è chiaro però per quali progetti nello specifico. Certo, non è la prima volta che nelle ultime settimane una città americana decide di tagliare fondi alle forze di polizia, ma in questo caso si tratta di gesto ancor più emblematico del clima che si respira negli States.
Perché a New York fino a non molti anni fa il crimine stava dilagando e servì il pugno di ferro dell’ex primo cittadino Rudolph Giuliani per ridurlo sensibilmente. Un periodo di “tolleranza zero” che ormai sembra un remoto passato. Come si deduce però dalle parole del sindaco de Blasio, “sono spariti in un baleno 9 miliardi di entrate fiscali”, i tagli sono frutto anche della crisi economica dovuta al lockdown. Quindi sulla carta la diversa destinazione delle risorse non dipende soltanto dalle “pressioni antirazziste”. Eppure lo stesso sindaco di New York ha cancellato un intero corso per cadetti e prevede di ridurre (con le nuove misure) l’organico delle forze dell’ordine di 1.160 agenti.
Le proteste afroamericane
E i cittadini? Tutti d’accordo con la decisione? Niente affatto, come sottolineato puntualmente da Federico Rampini su Repubblica, tra i fortemente contrari al provvedimento ci sono anche molti esponenti della comunità afroamericana. “Noi neri – ha dichiarato ad esempio il consigliere Daneek Miller che rappresenta alcuni dei quartieri più poveri come Jamaica – vogliamo essere sicuri, e vogliamo essere rispettati. Non possiamo consentire che sia gente venuta da fuori a darci lezioni sulle vite dei neri e sui bisogni della nostra comunità”. Il riferimento è ai manifestanti di City Hall Park. Ma la voce di Miller non è isolata, anche un’altra rappresentante afroamericana, eletta nel Bronx, ha protestato per i tagli alla polizia. D’altronde non sono pochi gli agenti di polizia afroamericani e in generale nessuno è immune dal crimine. La sicurezza poi, se manca, manca per tutti. Prova ne è l’impressionante aumento di reati (tra cui sparatorie e omicidi) in città come Minneapolisi, Chicago e Seattle.
Eugenio Palazzini
1 commento
Ai banchieri e loro politici non gliene frega niente se aboliscono la polizia; loro hanno guardie del corpo private.A Minneapolis 3 componenti della giunta comunale che hanno votato per l’abolizione della polizia(approvata!!) hanno servizi di sicurezza pagati..dal comune cioè dai contribuenti a cui hanno tolto la polizia!!!E’ evidente che il deep state democratico vuole il disordine fino a questo Novembre, data delle elezioni presidenziali americane, per vincere su Trump