Roma, 22 apr – Sono passati quasi tre anni da quando la Banca Mondiale ha stabilito che la Tanzania è diventata un Paese a medio reddito e il raggiungimento di questo importante traguardo è stato accolto con grande gioia dalla classe politica tanzaniana. Ovviamente la strada per diventare un Paese sviluppato è ancora molto lunga e questo spiega l’impegno del governo di introdurre norme che possano agevolare l’arrivo di investimenti stranieri. Un attivismo sta iniziando a dare i primi frutti.
Tanzania, l’Africa per chi investe
I dati forniti dal Tanzanian Investment Centre, l’ente che si occupa di agevolare gli investimenti nella nazione africana, hanno rivelato infatti che a febbraio del 2023 sono stati registrati 41 progetti di investimento per un valore di 339 milioni di dollari i quali hanno portato alla creazione di 7.370 posti di lavoro. Per capire l’importanza di questo risultato, basti pensare che a febbraio 2022 sono stati registrati solo 18 progetti per un valore di 76 milioni di dollari. C’è stato dunque un aumento del 128% che dimostra gli effetti positivi delle politiche a favore delle imprese adottate dalla Tanzania, politiche che vanno dalla semplificazione riguardante il processo di registrazione, alla eliminazione della duplicazione dei documenti richiesti, fino a processi più rapidi per l’acquisto di terreni.
Il settore che ha attratto più investimenti è quello delle infrastrutture legate ai trasporti che rappresenta il 46% dei progetti registrati e che riguarda in particolare le strade e le ferrovie in via di costruzione, utili anche alle nazioni vicine senza accesso al mare. Altri importanti progetti riguardano l’agricoltura, il manifatturiero, il turismo e l’edilizia commerciale.
Giuseppe De Santis
2 comments
Investire per poi essere investiti ? No grazie. A già, che disattento sono, è più probabile sia un articolo interessante per Intesa, Unicredit, Banca Pop. di Sondrio… per restare all’ arco bancario italiano accodante. Oppure ci facciamo il “mini” possedimento tipo Benetton in Argentina ?!
Mi immagino già i grandi benefici, in via di sviluppo, per la popolazione locale che si avvia verso la ns. modernità tecno-digitale.
P.S. Finché non si rivoluziona placando il sistema bancario, non ci sono verze da sfogliare, salvo per i cortigiani utili fin tanto che non verranno tagliati dalla intelligenza artificiale applicata e ovviamente per i soliti noti dell’ orgasmo materiale centralista che corrompono laddove necessario concedendo posti di lavoro residuali. Tanto per chiarire certi andazzi internazionali.