Roma, 16 lug – Una via di mezzo tra Unabomber e il Walden di Thoreau, ma se vogliamo con una spruzzata evocativa de Il richiamo della foresta di Jack London. Parliamo del presunto manifesto che Yves Rausch, ormai per tutti il “Rambo della Foresta Nera”, avrebbe lasciato in un ristorante prima di scomparire nei boschi. Una fuga che dura ormai da cinque giorni, con circa 200 agenti sulle tracce del 31enne tedesco. Sulle tracce per modo di dire, visto che Rambo sembra svanito nel nulla. Adesso però la polizia sta indagando anche su un testo scritto che potrebbe rivelare le reali intenzioni di un uomo che al momento è fuggito dopo aver disarmato 4 agenti, è armato di arco e frecce, giudicato altamente pericoloso, ma almeno al momento non ha ferito né ucciso nessuno.
Il richiamo della foresta
Un manifesto, di cui ha dato la notizia la Bild, la cui autenticità è ancora dubbia e in ogni caso secondo un portavoce della polizia è solo una delle piste seguite. A colpire però è appunto il testo, dal titolo emblematico: “Il richiamo della natura selvaggia”. Due fogli in formato A4 chiusi con un sigillo e scritti al computer, che la Bild ha definito semplicemente “deliranti”. Ma che al contempo secondo alcuni analisti menzionati dai media tedeschi evocano e non poco il manifesto di Unabomber. “È molto simile al manifesto dell’Unabomber Theodore Kaczynski, troppo per essere una coincidenza. Sono sicuro che era a conoscenza di questo caso o della serie Netflix e lo ha ispirato. Stile, contenuto e punteggiatura sono quasi identici, soprattutto nelle prime frasi. Anche Theodore Kaczynski viveva in una capanna nella foresta”, ha dichiarato alla Bild un esperto in materia.
Emule di Unabomber?
Il riferimento è appunto al professore di matematica americano Theodore Kaczynski, condannato per aver inviato una serie di pacchi postali esplosivi a diverse persone, durante un periodo di circa 18 anni. I pacchi provocarono la morte di 3 persone e il ferimento di altre 23. Atti giustificati da Kaczynski, che adesso si trova in carcere, come un modo per combattere i pericoli del progresso tecnologico. Ecco, anche il Rambo della Foresta Nera nel suo manifesto (o presunto tale) se la prende con la tecnologia che schiavizza l’umanità e accusa chi sfrutta le popolazioni delle nazioni povere dei paesi poveri. Nel testo però, a differenza di quello diffuso da Unabomber, non compaiono minacce. L’unica certezza è insomma la sua fuga “into the wild”, con la polizia che brancola letteralmente nel buio.
Eugenio Palazzini