Parigi, 9 lug – Per cacciare Jean-Marie Le Pen dal partito che egli ha contribuito a fondare ci vorrà un congresso vero e proprio. Lo ha deciso il tribunale di Nanterre, bocciando di fatto il congresso straordinario “per corrispondenza” del Front national in cui i delegati erano tenuti a votare da casa sul nuovo statuto e sulla soppressione della carica di presidente onorario.
Nulla da fare: secondo i giudici, a cui Le Pen si era rivolto, per modifiche del genere serve un congresso reale. Si tratta della seconda vittoria incassata dal patriarca del partito, dopo che la settimana scorsa gli stessi magistrati avevano annullato la sua sospensione dal partito decisa dal comitato disciplinare.
Il provvedimento era stato preso dopo un paio di interviste politicamente scorrette dell’anziano leader frontista, mal digerite da tutto l’entourage marinista. Da qui la clamorosa rottura, giunta peraltro al termine di una lunga guerra di logoramento in cui padre e figlia avevano visto dilatarsi sempre di più il vuoto politico fra le loro rispettive posizioni politiche.
Ormai da tempo, nelle strutture di vertice del partito non c’è praticamente più nessun uomo vicino a Jean-Marie, salvo poche eccezioni. L’anziano leader è tuttavia ancora oggi adorato dalla base del partito. L’esito dell’eventuale congresso, quindi, è tutt’altro che scontato.
Giorgio Nigra
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