Roma, 23 nov – La fotografia scattata, non si sa da chi, all’interno del Bataclan nei momenti successivi alla strage, quella terribile con i morti ancora in terra e strisciate di sangue che colorano sinistramente il pavimento del locale, è bandita dalla Francia.
Contro quello scatto drammatico si è mosso persino il governo. Il ministero dell’Interno francese è infatti intervenuto sui principali social network per far sì che la foto divenisse irraggiungibile in tutto il territorio transalpino. Il motivo? Si tratterebbe di un “grave attacco alla dignità umana”.
Ora, la pornografia del sangue ha in effetti sempre qualcosa di osceno, ma quel che colpisce è indubbiamente la disparità di trattamento rispetto ad altre foto macabre. Sulle tragedie dell’immigrazione, per esempio, si ritiene generalmente che la diffusione di immagini di cadaveri galleggianti sia un’operazione etica e anzi meritoria. E chi non ricorda la foto del povero Aylan, il bambino ritrovato esanime su una costa turca, divenuta un vero e proprio meme sui internet, oltre ad aver fornito materiale per innumerevoli copertine politicamente corrette.
Perché questa differenza di trattamento tra due immagini ugualmente drammatiche? Per due ragioni. La prima è ovvia ed è del tutto politica: la reazione spontanea, emotiva alla foto di Aylan è quella in direzione dell’accoglienza (sorvoliamo sul fatto che sia una risposta del tutto sbagliata a quel tipo di tragedie). La reazione a caldo di chi vede i corpi al Bataclan è invece di chiusura. E allora non va più bene. Potrebbe fare il gioco dell’estrema destra, capite? Insomma, si tratta di un calcolo politico. Ci sono morti politicamente convenienti e morti politicamente sconvenienti. E questo è già abbastanza squallido.
Ma c’è anche una seconda ragione, più sottile. Aylan commuove il mondo, sì, ma lo fa da immigrato morto, cioè, per i progressisti, da mascotte di un ideale universale, non da persona in carne e ossa. Perché questo rappresentano, secondo il razzismo strisciante politicamente corretto, i migranti: proiezioni di fantasmi ideologici. La sinistra, quando piange per gli immigrati, in realtà contempla se stessa, le sue fisime, le sue aspettative, le sue ossessioni.
Non c’è violazione della dignità di Aylan nel mostrarne la foto, perché Aylan è una non-persona, è una persona-idea. Le vittime del Bataclan, invece, non sono immigrati, sono occidentali, siamo noi. Quelle sono persone in carne e ossa, non proiezioni ideologiche, quindi scatta tutto un altro meccanismo mentale. È un ragionamento miserabile, ma che volete farci: la mente dei buoni funziona così.
Adriano Scianca