Roma, 25 gen – La guerra in Ucraina sarebbe una catastrofe energetica per l’Europa. Eppure in sede Ue regna il lassismo, quando non la miopia più obnubilante, come se gli scossoni della crisi in atto non si facessero già sentire a livello finanziario. Tensioni sul fronte dell’Est che hanno sconquassato le Borse europee, ieri in profondo rosso. Il FTSE MIB di Milano è arrivato a perdere il 4,5%, mai così male da novembre. In quest’ultimo caso ha inciso chiaramente anche l’incertezza sul prossimo presidente della Repubblica, ma resta la problematica ucraina, soprattutto a medio e lungo termine. L’Europa – e l’Italia in primis – non può fare a meno del gas russo, così come dei gasdotti che sulla carta a breve dovrebbero entrare in servizio.
Battuta d’arresto per il Nord Stream 2?
In particolare il Nord Stream 2, un progetto da 11 miliardi di dollari realizzato dalla russa Gazprom lungo il Mar Baltico e volto a condurre gas naturale dalla Russia fino alla Germania. Fortemente avversato dagli Stati Uniti, si estende per 1.230 chilometri ed è il più lungo collegamento a livello globale. Il Nord Stream dovrebbe entrare in funzione nel secondo trimestre dell’anno, ma l’eventuale conflitto in Ucraina potrebbe allungare – e non di poco – i tempi.
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Aspetto che non è sfuggito neppure a Goldman Sachs, secondo cui c’è il forte rischio adesso che il gas naturale russo verso l’Europa venga ridotto per “un periodo indefinito”.
Cosa dice il report di Goldman Sachs
Goldman Sachs sostiene, in un apposito report, che l’effetto sarebbe di vedere i valori del gas europeo “brevemente ai livelli record registrati lo scorso dicembre o addirittura andare oltre”. Come sottolineato da Milano Finanza, “anche se l’invio di gas dalla Russia tornerà alla normalità quest’estate, il mercato nell’Europa nord-occidentale è destinato a viaggiare ai minimi degli ultimi cinque anni fino al 2025”. Mentre sempre gli analisti di Goldman Sachs si aspettano che “la rigidità dei mercati del gas europeo persista per altri tre anni“.
L’Europa rischia di rimanere senza gas (o quasi)
Traduzione lampo: dopo gli spaventosi rincari, rischiamo pure di trascorrere tre anni di scarse forniture, con tutto ciò che di drammatico ne consegue in termini economici ed energetici. Esempio pratico: l’Europa dipende per il 40% dei suoi consumi dal gas russo, per un 30% dalla Norvegia e per un altro 30% dal Nord Africa (Libia e Algeria). E’ sufficiente a capire perché il conflitto va evitato a ogni costo. Così come le “sanzioni senza precedenti” alla Russia, ventilate due giorni fa da Bruxelles, sarebbero l’ennesimo errore strategico.
Eugenio Palazzini
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[…] ci riguarda, e in modo decisivo. Non dovrebbe essere neccessario spiegare il perché, nonostante noi lo abbiamo fatto, e in più di un’occasione. Ma il punto è e rimarrà un allarme energetico che, in questo […]