Seoul, 2 mag – Poche ore fa L’Us Pacific Command ed il comando delle Forze Usa in Corea hanno annunciato che il sistema antimissile e di difesa d’area THAAD dispiegato in Corea del Sud è divenuto operativo.
Il dispiegamento del THAAD, un vero e proprio sistema antimissile (ABM), è cominciato il 6 marzo scorso quando il primo elemento del complesso di difesa d’area è arrivato alla base di Yongsang, Seoul. Secondo quanto riporta la BBC il THAAD sarà pienamente operativo entro i prossimi mesi ma non è escluso che se ne acceleri di molto l’installazione con l’arrivo degli ultimi componenti a fronte dell’aumento della tensione tra Pyongyang e Washington. Il THAAD è stato dispiegato nei pressi della città di Seongju, nella Corea del Sud centro meridionale, e ha sollevato notevoli proteste non solo da parte della Corea del Nord, che ha minacciato un “attacco di rappresaglia”, ma anche della Cina, che vede il sistema come una interferenza alla sicurezza delle proprie operazioni militari nell’area. Forti anche le proteste interne in Corea del Sud: il movimento pacifista locale, da sempre molto attivo e con ogni probabilità sobillato da Pyongyang, si è vivacemente schierato contro il dispiegamento del THAAD sul territorio nazionale sostenendo che possa diventare un bersaglio per un eventuale attacco nordcoreano e quindi mettere a repentaglio la vita di chi vi abita vicino.
Il THAAD ha un raggio di azione di 200 km e raggiunge una quota di 150 km, mentre il suo radar di scoperta può arrivare sino a una distanza di circa mille km, ma integrato dal sistema Aegis imbarcato su nave può raggiungere anche i 2mila km. Il THAAD nasce infatti per essere uno strumento di difesa d’area integrato al sistema Aegis e ai missili Patriot, divenuti famosi durante la Prima Guerra del Golfo del 1991. Il concetto americano di difesa d’area va infatti oltre, se possibile, a quello del A2-AD sposato dai russi con i sistemi S-300 e 400 che hanno capacità ABM solo marginali: il THAAD fa infatti parte di un sistema su più livelli che integra quello esclusivamente esoatmosferico Aegis e quello esclusivamente endoatmosferico Patriot, lavorando quindi in parallelo e garantendo così una copertura che va a sovrapporsi a quelle degli altri sistemi ed è così continua a tutte le quote. Il THAAD ha 4 componenti principali: lanciatore, intercettore, radar e controllo del fuoco. Il lanciatore (TEL) è del tipo mobile su veicolo a 4 assi e ciascuno di essi ha in dotazione 8 intercettori. Si tratta di missili ipersonici (volano a Mach 8) ad alta manovrabilità che distruggono il bersaglio grazie all’energia cinetica. Il sistema utilizza il radar AN/TPY-2 (Army Navy/Transportable Radar Surveillance) che lavora in banda X, mentre il controllo del fuoco, spina dorsale del sistema, provvede a tracciare i bersagli anche con dati provenienti da altri sensori dell’Aegis o del Patriot. Ci sono 8 missili per ogni lanciatore (TEL) e la configurazione tipo per l’US Army include 6 lanciatori, e quindi 48 intercettori, per ogni batteria, sebbene alcune fonti riportino come una singola batteria possa arrivare sino a 9 lanciatori e 72 missili.
Paolo Mauri