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Washington, 8 lug – La notizia è del 4 luglio ma il Pentagono l’ha resa nota solo nella giornata di lunedì scorso: due coppie di bombardieri russi Tupolev Tu-95 “Bear” sono stati intercettati dall’Usaf al largo della costa occidentale degli Stati Uniti in due occasioni distinte.
Durante il giorno della festa dell’Indipendenza americana una prima coppia di “Bear” è stata intercettata al largo delle coste dell’Alaska alle ore 10:30 (ora della costa orientale) da una coppia di F-22 “Raptor” decollati dalla base aerea di Elmendorf, nei pressi di Anchorage (Ak). Successivamente nello stesso giorno, alle ore 11:00, un’altra coppia di Tu-95 è stata intercettata al largo della costa settentrionale della California da F-15 “Eagle” decollati dalla base aerea di Fresno (Ca). Entrambe le coppie di bombardieri si presume siano decollate da basi aeree site nella penisola della Kamchatka, territorio russo adibito a vero e proprio arsenale.
Questi lunghi voli di bombardieri russi verso il territorio metropolitano degli Stati Uniti per testare le difese aeree nordamericane (Norad), a cui partecipa anche il Canada, non sono più routine dai tempi della Guerra Fredda, quando, quasi ogni quindici giorni, lo spazio aereo continentale americano veniva “violato” da voli di crociera dei “Bear” sovietici. Nel 2014, però, si sono contate 10 di queste intrusioni russe di cui solo 6 hanno richiesto il decollo su allarme (scramble) delle forze aeree americane o canadesi per intercettarli.
Voli che, dopo la “pausa” post fine Guerra Fredda, hanno cominciato a riprendere sempre più cadenzati a partire dal 2007, quando il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, annunciò la ripresa dei voli di ricognizione di questi bombardieri che sono sulla breccia sin dal 1954, anno in cui il primo “Bear” effettuò il primo volo. Di questo bombardiere quadriturboelica, lungo 47 metri e dotato di un’apertura alare di 50, ne esistono a tutt’oggi diverse varianti tra cui anche la versione antisom che spesso veniva incontrata, e si ricomincia ad incontrare, nei cieli dell’Atlantico settentrionale impegnata in voli di pattugliamento: il Tu-142 (Bear F in codice Nato).
Certo un modo davvero singolare, da parte russa, per augurare buona festa dell’Indipendenza agli americani.
Paolo Mauri
Washington, 8 lug – La notizia è del 4 luglio ma il Pentagono l’ha resa nota solo nella giornata di lunedì scorso: due coppie di bombardieri russi Tupolev Tu-95 “Bear” sono stati intercettati dall’Usaf al largo della costa occidentale degli Stati Uniti in due occasioni distinte.
Durante il giorno della festa dell’Indipendenza americana una prima coppia di “Bear” è stata intercettata al largo delle coste dell’Alaska alle ore 10:30 (ora della costa orientale) da una coppia di F-22 “Raptor” decollati dalla base aerea di Elmendorf, nei pressi di Anchorage (Ak). Successivamente nello stesso giorno, alle ore 11:00, un’altra coppia di Tu-95 è stata intercettata al largo della costa settentrionale della California da F-15 “Eagle” decollati dalla base aerea di Fresno (Ca). Entrambe le coppie di bombardieri si presume siano decollate da basi aeree site nella penisola della Kamchatka, territorio russo adibito a vero e proprio arsenale.
Questi lunghi voli di bombardieri russi verso il territorio metropolitano degli Stati Uniti per testare le difese aeree nordamericane (Norad), a cui partecipa anche il Canada, non sono più routine dai tempi della Guerra Fredda, quando, quasi ogni quindici giorni, lo spazio aereo continentale americano veniva “violato” da voli di crociera dei “Bear” sovietici. Nel 2014, però, si sono contate 10 di queste intrusioni russe di cui solo 6 hanno richiesto il decollo su allarme (scramble) delle forze aeree americane o canadesi per intercettarli.
Voli che, dopo la “pausa” post fine Guerra Fredda, hanno cominciato a riprendere sempre più cadenzati a partire dal 2007, quando il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, annunciò la ripresa dei voli di ricognizione di questi bombardieri che sono sulla breccia sin dal 1954, anno in cui il primo “Bear” effettuò il primo volo. Di questo bombardiere quadriturboelica, lungo 47 metri e dotato di un’apertura alare di 50, ne esistono a tutt’oggi diverse varianti tra cui anche la versione antisom che spesso veniva incontrata, e si ricomincia ad incontrare, nei cieli dell’Atlantico settentrionale impegnata in voli di pattugliamento: il Tu-142 (Bear F in codice Nato).
Certo un modo davvero singolare, da parte russa, per augurare buona festa dell’Indipendenza agli americani.
Paolo Mauri