Roma, 18 giu – “Continuiamo a tenere le braccia aperte e invitiamo tutti i fratelli e le sorelle a tornare a casa. Il Ghana è la vostra casa, l’Africa è la vostra casa“. E’ quanto dichiarato dal ministro del Turismo del Ghana, Barbara Oteng Gyasi. Un appello rivolto agli africani che vivono negli Stati Uniti e che magari si sentono discriminati. In un breve servizio mandato in onda dalla Cnn, il ministro ghanese parla esplicitamente di un’apertura al ritorno a casa degli afroamericani in seguito all’omicidio di George Floyd e le conseguenti rivolte dei Black lives matter. Parole che potrebbero facilmente mandare in cortocircuito chi giudica razziste la politiche di rimpatrio, perché in questo caso il rimpatrio è evocato direttamente da una nazione africana che punta a far tornare “a casa” gli africani. Nessuna richiesta di aiuto dunque e neppure un invito all’integrazione, tutto il contrario.
Beyond the return, il progetto del Ghana
Oltretutto quella del ministro ghanese non è un’estemporanea dichiarazione, un modo insomma per far parlare di sé e poco più. Rientra al contrario in un più ampio progetto avviato dal Ghana nel 2019, ben prima quindi delle proteste negli States. Il paese africano lo scorso dicembre ha infatti lanciato la campagna ‘Beyond the return’, volta a incoraggiare investimenti e a prospettare concrete opportunità lavorative per coloro che decidono di tornare in Ghana. In pratica l’obiettivo è quello di ripercorrere in senso contrario la rotta che agli albori degli Stati Uniti portò migliaia di schiavi neri nelle piantagioni americani. Un progetto già avviato che è un po’ il prosieguo di un altro, ‘The Year of Return’, un’iniziativa che sempre nel 2019 il governo del Ghana lanciò con lo stesso obiettivo: riportare a casa gli africani. L’anno 2019 era tra l’altro simbolico, perché si commemoravano i 400 anni dall’inizio della diaspora africana, ovvero da quando i primi schiavi africani arrivarono a Jamestown, in Virginia.
Ritorno a casa e crescita economica
Il ministero del Turismo del Ghana, lo scorso anno, mise in piedi una serie di iniziative per celebrare “la resilienza dello spirito africano”. Adesso il nuovo progetto va oltre e integra eventi come l’Accra fashion week, che consente agli stilisti africani di far conoscere le proprie creazioni come avviene nelle principali capitali mondiali. Con il ritorno degli africani in Africa si punta dunque anche a incentivare il turismo e a sviluppare l’economia in settori sinora quasi esclusivamente appannaggio degli occidentali. D’altronde il Ghana, come abbiamo spiegato già ad aprile su questo giornale, negli ultimi anni è emersa come una delle nazioni africane maggiormente in crescita. E questo è stato possibile proprio grazie agli investimenti e ai progetti mirati del governo, come il programma ‘One district, one factory’, che punta a favorire la nascita in ognuno dei 216 distretti del Ghana di almeno una fabbrica che possa trasformare le materie prime in prodotti finiti ad alto valore aggiunto.
Eugenio Palazzini