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Mar Giallo, 24 set – La notizia è di ieri ma il fatto è avvenuto 9 giorni fa: un aereo da ricognizione elettronica Boeing RC-135 è stato intercettato da un caccia cinese Xian JH-7 a circa 144 km dalla costa della penisola di Shandong, nel Mar Giallo.
Nel giorno dell’arrivo del Presidente cinese Xi Jinping negli Stati Uniti e a poche ore dall’incontro al vertice con Barack Obama, il Pentagono ha reso noto che il caccia cinese ha effettuato una manovra che è stata definita “pericolosa” durante l’intercettazione dell’aereo spia americano.
Il caccia infatti avrebbe compiuto una brusca cabrata a qualche decina di metri dal muso dell’aereo spia statunitense, di certo non attenendosi alle norme ICAO che codificano internazionalmente le procedure di intercettazione e identificazione di velivoli intrusi, ma nemmeno rappresentando un serio pericolo per l’RC-135.
Non è la prima volta che Cina e USA si fronteggiano tastando le proprie difese: il caso più eclatante risale all’aprile del 2001 quando un Lockheed EP-3E “Orion”, la versione da ricognizione elettronica del famoso quadriturboelica americano, è stato costretto all’atterraggio su una base aerea cinese dopo essere entrato in collisione con uno dei due caccia cinesi Shenyang J-8 alzatisi in volo per intercettarlo.
In quell’occasione l’equipaggio dell’Orion (24 persone) fu catturato e trattenuto per 10 giorni, poi rilasciato in seguito alle scuse formali degli Stati Uniti.
Una certa aggressività nella politica cinese si è andata via via accrescendo negli ultimi anni, anche considerando la recente costruzione di alcune isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, divenuto strategico sia in funzione delle enormi riserve di gas che si stima vi siano presenti, che per la posizione geografica in cui sono situate (a poche centinaia di miglia dalle Filippine e dal Borneo). Oltre a ciò all’inizio di questo mese cinque navi da guerra cinesi sono entrate nelle acque territoriali americane dell’Alaska, venendo a creare un precedente che rappresenta un’assoluta novità nei rapporti tra le due nazioni.
Paolo Mauri
Mar Giallo, 24 set – La notizia è di ieri ma il fatto è avvenuto 9 giorni fa: un aereo da ricognizione elettronica Boeing RC-135 è stato intercettato da un caccia cinese Xian JH-7 a circa 144 km dalla costa della penisola di Shandong, nel Mar Giallo.
Nel giorno dell’arrivo del Presidente cinese Xi Jinping negli Stati Uniti e a poche ore dall’incontro al vertice con Barack Obama, il Pentagono ha reso noto che il caccia cinese ha effettuato una manovra che è stata definita “pericolosa” durante l’intercettazione dell’aereo spia americano.
Il caccia infatti avrebbe compiuto una brusca cabrata a qualche decina di metri dal muso dell’aereo spia statunitense, di certo non attenendosi alle norme ICAO che codificano internazionalmente le procedure di intercettazione e identificazione di velivoli intrusi, ma nemmeno rappresentando un serio pericolo per l’RC-135.
Non è la prima volta che Cina e USA si fronteggiano tastando le proprie difese: il caso più eclatante risale all’aprile del 2001 quando un Lockheed EP-3E “Orion”, la versione da ricognizione elettronica del famoso quadriturboelica americano, è stato costretto all’atterraggio su una base aerea cinese dopo essere entrato in collisione con uno dei due caccia cinesi Shenyang J-8 alzatisi in volo per intercettarlo.
In quell’occasione l’equipaggio dell’Orion (24 persone) fu catturato e trattenuto per 10 giorni, poi rilasciato in seguito alle scuse formali degli Stati Uniti.
Una certa aggressività nella politica cinese si è andata via via accrescendo negli ultimi anni, anche considerando la recente costruzione di alcune isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, divenuto strategico sia in funzione delle enormi riserve di gas che si stima vi siano presenti, che per la posizione geografica in cui sono situate (a poche centinaia di miglia dalle Filippine e dal Borneo). Oltre a ciò all’inizio di questo mese cinque navi da guerra cinesi sono entrate nelle acque territoriali americane dell’Alaska, venendo a creare un precedente che rappresenta un’assoluta novità nei rapporti tra le due nazioni.
Paolo Mauri