Roma, 9 ott – Tra poche settimane il governo Meloni, primo esecutivo nella storia repubblicana guidato da una donna, entrerà in carica. Una tempesta perfetta contrassegna il periodo storico attuale: inflazione elevata, tassi di interesse ovviamente in rialzo, situazione geopolitica esplosiva, Italia con elevato debito pubblico e condizionamenti da parte dell’Unione Europea, crisi economica e sociale, mentalità assistenzialista dura a morire. In questo drammatico teatro istituzionale, il nuovo primo ministro dovrà immediatamente dimostrare di essere capace e intenzionata a gestire il momento, senza apparire titubante e impaurito dinanzi alla pur spaventosa crisi in avvento. Infatti, il volto di una guida politica debole aggraverebbe ulteriormente le nostre difficoltà. Pertanto, su cosa dovrebbe concentrarsi l’ex ministro della Gioventù non appena insediatasi a Palazzo Chigi?
Le prime urgenze del governo Meloni: cosa dovrebbe fare
Sullo stanziamento di fondi a sostegno delle imprese, in barba ai condizionamenti della Commissione Europea, per una volta imitando il comportamento della Germania, e sull’immediato taglio delle tasse generalizzato. Certo, immaginare uno stanziamento di 200 miliardi di euro sulla falsariga di quello avvenuto a Berlino è impossibile: il nostro debito pubblico è troppo elevato per muovere cifre simili e i nostri titoli di Stato sono meno appetibili di quelli di altre nazioni sui mercati internazionali. Pertanto, bisogna ragionare con coraggio ma al tempo stesso con pragmatismo. Quale strada e “via di mezzo” scegliere? Probabilmente la più adatta e sia pure con difficoltà perseguibile sarebbe quella di uno stanziamento di circa 50-60 miliardi: stando a numerose voci provenienti da chi opera con i conti del governo alla mano, in cassa l’Italia potrebbe avere un numero di fondi pari a circa 25 miliardi. Una prima importante cifra da sommare alla parte dei fondi stanziati nell’immediato per il reddito di cittadinanza, rifinanziato con 80 miliardi fino almeno al 2029 (10 miliardi l’anno) e a quelli ottenibili con uno scostamento di bilancio di circa 25-30 miliardi.
Questo scenario, se perseguito con coraggio e velocità, potrebbe assicurare lo stanziamento di questi soldi, suddiviso tra fondi a sostegno delle aziende in difficoltà e un primo taglio delle tasse per immobili, aziende e lavoratori, già nel giro di poche settimane. Infatti, la tempistica utile per salvare il paese dall’abisso economico ed evitare una recessione troppo pesante e fatale per larga parte del sistema produttivo e lavorativo non è di anni e neanche di mesi, bensì di poche settimane. Se la Meloni resterà ferma nelle settimane più importanti e decisive per delineare il nostro futuro prossimo e remoto, non potrà che condizionare in negativo il resto della legislatura da lei guidata.
Tommaso Alessandro De Filippo
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