Roma, 15 gen – Dopo tre anni la Banca centrale della Svizzera ha deciso, con una scelta inaspettata, di dire addio al parziale cambio fisso del franco con l’euro. La moneta elvetica era agganciata alla valuta comune europea dal settembre 2011 quando, in piena crisi dell’eurozona le autorità di Berna decisero di istituire un plafond minimo a 1.20 franchi, per evitare un’eccessivo apprezzamento della divisa della Confederazione.
La misura precedente era stata presa “in un periodo di grande sopravvalutazione della divisa elvetica e di grande incertezza sui mercati”, si legge nel comunicato ufficiale rilasciato dall’istituto. Il tasso di cambio non era più giustificato perché “l’euro si è deprezzato in modo considerevole rispetto al dollaro con il conseguente indebolimento del franco rispetto alla moneta Usa”.
Con l’abbandono della soglia minima e contestualmente all’ulteriore ribasso dei tassi (già negativi, ora a -0.75%) il franco si è immediatamente rivalutato, arrivando a toccare oltre il 20% in più rispetto ai valori precedenti sia nei confronti dell’euro che del dollaro.
La mossa ha causato un terremoto in borsa, con l’indice di Zurigo che arriva a perdere oltre dieci punti percentuali. Sotto tiro sono i titoli delle aziende più orientate all’export, penalizzate da una moneta forte, come Swatch che lascia sul terreno il 16.5%.
Filippo Burla
1 commento
[…] A scanso di equivoci: un riallineamento ci sarà sicuramente, e sarà una salutare boccata d’ossigeno per le nostre imprese (più esportazioni e meno importazioni) ma è impossibile che sia delle dimensioni auspicate dagli economisti euroscettici, perché una volta che il marco iniziasse a schizzare potentemente verso l’alto, la Bundesbank con tutta probabilità inizierebbe ad acquistare lire ed altre valute sui mercati finanziari a fine calmierare il proprio cambio, esattamente come ha fatto per anni la Svizzera. […]