Roma, 13 feb – Il ministero del Tesoro si prepara ad entrare, con una quota non irrilevante, nel capitale di Monte dei Paschi di Siena. Ma nessuna nazionalizzazione è in vista.
L’istituto senese, da anni in difficoltà, chiuderà il 2014 con l’ennesima perdita record: circa 5.3 miliardi di rosso, con la necessità di ricapitalizzare almeno 3 miliardi. Da qui l’impossibilità di rimborsare i 240 milioni di interessi sui prestiti accordati dal governo -i cosiddetti “Monti bond” datati 2012- mentre è esclusa la possibilità di rifinanziarli con nuovi prestiti pubblici, opzione già esperita l’anno passato.
I 240 milioni di interessi verranno così trasformati in azioni di nuova emissione. Stando ai valori di borsa degli ultimi giorni il Tesoro si troverebbe con circa il 10% del capitale, che scenderà attorno al 5% dopo l’aumento di capitale previsto a breve. La quota è, in entrambi i casi, sufficiente a garantire al ministero di diventare il primo azionista della banca, dato che gli altri gruppi attualmente parte del capitale sociale si trovano ben al di sotto di tale percentuale: Fintech advisory con il 4.5%, Axa con il 3.1% e Fondazione Mps con il 2.6%.
La notizia ha messo le ali al titolo, che ieri ha guadagnato oltre il 18% e oggi conferma l’andamento strappando, al momeno, un +2%.
Filippo Burla
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