Roma, 8 nov – A strozzare sul nascere la ripresa economica e far crollare i consumi non è solo il caro bollette e l’impennata dei prezzi dei carburanti ma anche l’inflazione: a lanciare l’allarme è Confcommercio. La corsa dei prezzi dovuta al caro energia e alla penuria dell’offerta di fronte a una domanda in forte crescita, rischia di ridurre fortemente i consumi. Con il rischio di incidere pesantemente anche sugli acquisti di Natale e rallentare la crescita nel 2022.
Le stime di Confcommercio: con inflazione a 4% a rischio 5,3 miliardi di consumi
I numeri parlano chiaro. Nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi. Come? Nell’ipotesi – più che realistica – di un’inflazione al 4%. Sono queste le stime dell’Ufficio studi Confcommercio sugli effetti di un rialzo dell’inflazione sui consumi delle famiglie nel quarto trimestre 2021. “Inflazione e aumento delle spese obbligate potrebbero ridurre i consumi nei prossimi mesi, con il rischio di rallentare la crescita del Paese”. E’ l’allarme lanciato dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “Occorre, dunque, utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr e iniziare a ridurre finalmente la pressione fiscale su famiglie e imprese, a partire dal costo del lavoro. Solo così si possono rilanciare investimenti e consumi”, fa presente Sangalli. In entrambi gli scenari inflazionistici, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile. Il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria in liquidi. Su questa riduzione dei consumi pesa pure l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia, che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas.
Sostegni stanziati per il caro bollette insufficienti
Ebbene, per Confcommercio, il governo deve far sì che tali potenziali incrementi dei prezzi – dato per quasi certo un aumento dell’inflazione oltre il 3% – non riducano gli acquisti natalizi. Anche perché i sostegni stanziati dal governo per neutralizzare gli effetti del caro bollette sui bilanci delle famiglie non sono sufficienti. Ragion per cui – prosegue la nota – “non si possono trascurare neppure conseguenze più rilevanti per l’anno 2022. Anche in termini di crescita economica, negativamente influenzata da una minore domanda reale di consumo”, avverte Confcommercio.
Codacons: “Minor spesa di 204 euro a famiglia solo a Natale”
L’allarme lanciato dall’associazione delle imprese è condiviso anche dal Codacons, che chiede al governo di correre ai ripari per salvare le feste degli italiani e il commercio. “Una riduzione dei consumi per 5,3 miliardi equivarrebbe ad una minore spesa pari a -204 euro a famiglia solo in occasione del Natale“, avverte il presidente Carlo Rienzi. Insomma, “il rischio concreto è quello di un Natale ‘in bianco’. Con una forte riduzione dei consumi in tutti i settori legati alla festività, dai regali agli addobbi, passando per viaggi e alimentari, ed effetti a cascata per l’economia nazionale. In un momento in cui la ripresa dovrebbe essere sostenuta e aiutata”, fa presente Rienzi.
“Subito taglio tasse sui carburanti”
“Per questo ribadiamo la nostra richiesta al governo di intervenire adottando come prima misura la riduzione delle tasse sui carburanti, tagliando Iva e accise su benzina e gasolio. In modo da contenere la spesa delle famiglie per i rifornimenti e limitare la crescita dei prezzi al dettaglio. Con benefici per consumatori, imprese e industria”, conclude l’associazione dei consumatori.
Adolfo Spezzaferro
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[…] al consumo aumenti dello 0,7% su base mensile e del 3,0% su base annua. Colpa soprattutto dei prezzi dell’energia (+17,0%), che pesano pure sul caro […]