Taranto, 26 mag – Dopo due anni di amministrazione straordinaria sarà il gruppo ArcelorMittal a subentrare alla gestione commissariale dell’Ilva. La notizia giunge all’apertura delle buste della gara per l’aggiudicazione del siderurgico tarantino, che ha visto la cordata Am Investco Italy spuntarla sulla concorrente AcciaItalia.
I commissari straordinari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba hanno valutato, prima di aggiudicare lo storico stabilimento, il prezzo offerto (si parla di 1,8 miliardi di euro), le prospettive di tutela ambientale e il piano industriale proposto. È sulla base di questi tre elementi che il raggruppamento Am Investco è risultata vincente, anche se la decisione finale verrà presa solo un passaggio di confronto con il ministero dello Sviluppo economico che dovrà esaminare la congruità della valutazione effettuata dai commissari.
Am Investco Italy, che vede i franco-indiani di ArcelorMittal come capofila con l’85% delle quote, annovera anche la partecipazione (del tutto minoritaria, con il restante 15%) di Marcegaglia, mentre Intesa SanPaolo funge da soggetto garante del supporto finanziario. La cordata si è scontrata con AcciaItalia, dove nonostante un primo nucleo tutto italiano formato da Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Delfin di Leonardo Del Vecchio, si erano via via introdotto fino a controllare la maggioranza relativa (il 35%) un altro gruppo indiano, Jindal Steel.
Comunque si fosse conclusa l’asta, complici anche le divisioni fra le due famiglie italiane dell’acciaio (Marcegaglia e Arvedi), Ilva sarebbe comunque finita in mani straniere. Mani che potranno, peraltro, contare su una dote da 1,3 miliardi – quelli sequestrati alla famiglia Riva – per le bonifiche ambientali necessarie a rimettere in carreggiata l’acciaieria.
Filippo Burla