Roma, 7 ago – La soluzione del problema dei dirigenti decaduti delle agenzie fiscali sta arrivando a parziale conclusione, in particolare nell’Agenzia delle Entrate, l’ente più colpito dalla sentenza della Corte Costituzionale visto che ha subìto la destituzione di quasi 800 dirigenti su un totale di circa 1.100.
In particolare nell’ente guidato da Rossella Orlandi sono state istituite nuove Pos (Posizioni organizzative speciali) e le cosiddette Pot (Posizioni organizzative temporanee) . Vediamo di cosa si tratta e le differenze tra le due posizioni organizzative: le Pos di nuova attivazione riguardano uffici dirigenziali che sono stati “retrocessi” prevedendo così che non vengano più diretti da un dirigente bensì da un funzionario con delega di funzioni che vada, per l’appunto, a ricoprire tale posizione. E’ il caso ad esempio delle aree in cui erano suddivisi gli Uffici Controlli di molte Direzioni Provinciali, soprattutto quelle più grandi. Una riduzione, quindi, in ottica di spendig review che permetterà di diminuire di circa 200 unità gli uffici alla cui testa doveva essere posto un dirigente. Ci sono poi le Pot che, invece, riguardano gli uffici che continueranno a rimanere dirigenziali e che sono scoperti a causa della mancanza di dirigenti di ruolo. In tal caso, come già deciso precedentemente dal governo Renzi, dovranno essere assegnate delle Posizioni organizzative temporanee in attesa dell’espletamento del concorso che, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre 2016.
A prima vista, pertanto, sembrerebbe che il terremoto organizzativo che ha coinvolto l’Agenzia delle Entrate si stesse concludendo positivamente, ma in realtà si è ben lontani da una conclusione positiva della vicenda in quanto ci sono ancora molte, troppe, questioni aperte sul tavolo e un numero eccessivo di dubbi sull’evoluzione successiva dell’intera questione. Infatti il primo problema sorgerà proprio con gli interpelli per l’assegnazione delle Pos e delle Pot. Qualora si verificasse, nei fatti, una sanatoria in blocco dei dirigenti decaduti sarebbe certo il ricorso, da parte di diverse organizzazioni sindacali, alla giustizia amministrativa, se non addirittura anche a quella costituzionale, al fine di evidenziare l’aggiramento della sentenza della Consulta.
Per non parlare poi del concorso che dovrebbe svolgersi, secondo le intenzioni del ministero dell’Economia, per soli esami, non considerando quindi i titoli. Molti ex incaricati hanno già preannunciato di volersi appellare al Tar per far bloccare la procedura considerandola illegittima proprio perché non terrebbe conto né dei titoli di studio né delle qualifiche e delle esperienze professionali maturate nell’agenzia. giuridicamente non si comprende come il Tar potrebbe riconoscere illegittimo un bando di concorso che non riconoscesse, ai fini del punteggio aggiuntivo, incarichi dirigenziali dichiarati illegittimi dallo stesso organo giudicante, ma il rischio dell’ennesimo blocco della procedura concorsuale c’è, con la conseguenza che le Posizioni organizzative temporanee potrebbero diventare, nei fatti, “definitive” vista l’impossibilità di far giungere a conclusione anche soltanto un concorso in Agenzia.
C’è poi un ultimo aspetto: pare proprio che l’Agenzia delle Entrate consideri ben più di una semplice ipotesi di lavoro l’assegnazione di 50 incarichi dirigenziali a contratto, da esterni, ad altrettanti funzionari decaduti dalle funzioni dirigenziali. Anche in questo caso non ci sarebbero problemi qualora i funzionari si licenziassero e venissero poi riassunti come esterni, ma se, come pare, dovessero porsi in aspettativa – come già avvenuto per un dirigente apicale, quindi ci sarebbe già il precedente – non sarebbero escluse pesanti reazioni sindacali e politiche a difesa della sentenza n. 37 della Corte Costituzionale che, con una soluzione simile, verrebbe palesemente aggirata.
E’ pertanto evidente che ancora, in questa vicenda, non si vede la fine del tunnel e gli interventi del governo sembrano aver ulteriormente allungato una galleria già di per sé interminabile. A ciò poi si aggiungono anche sempre più dubbi sulla capacità dell’attuale dirigenza di vertice dell’Agenzia delle Entrate di aver saputo gestire una fase tanto delicata e complessa per una delle amministrazioni statali più importanti e vitali per l’intero apparato burocratico italiano. E probabilmente al termine dell’estate Renzi dovrà affrontare anche questo argomento, se non altro nel più ampio ambito del “regolamento di conti” all’interno del Partito Democratico.
Walter Parisi
Dirigenti Agenzia delle Entrate: la soluzione è un percorso ad ostacoli
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4 comments
Avevo ragione io.
Mi candido direttore dell’Agenzia
Renzi ascoltami!!!!
E’ possibile che non si riesce a capire che il problema della buona gestione dell’Agenzia delle Entrate non è assolutamente quello di nominare dirigenti ( ne bastano pochi) bensì è quello di evadere le pratiche nei tempi giusti e in modo coerente e corretto.
Per raggiungere tale obbiettivo non c’è assolutamente bisogno di qualifiche dirigenziali ovvero di persone che così pensano di svolgere il loro lavoro:
– trascorrere la mattinata parlando, parlando,parlando di più e di tutto;
– leggere le e-mail e inviarle ai capi reparto per avere un loro pensiero senza minimamente sforzarsi di proporre proprie idee;
– fare progetti per il futuro in funzione del proprio stipendio e degli incentivi da prendere a fine anno;
– non proporre cambiamenti strutturali a beneficio dell’attività lavorativa perchè ciò creerebbe problematiche;
– ecc. ecc. ecc.
Bravo Giovanni, la pura e Santa verità’.
Basta delegare direttamente i capi area.
Eliminazione del raddoppio dei termini di accertamento !
INDOVINATE DI CHI E’ IL CILINDRO DI QUESTA MAGIA ?
Lo Scienziato / Inventore /Prestigiatore . . ha un nome ed un cognome : Enrico Zanetti ! Che da buon Commercialista che ha sempre difeso i ricchi frodatori . . sottolinea che la novità emanata dall’Esecutivo, assicurerà “maggiore certezza del diritto ai “ Suoi Evasori Miliardari “ !