Roma, 30 mag – I pagamenti da parte della pubblica amministrazione verso le aziende fornitrici continuano a segnare un ritardo importante. A dirlo è una ricerca elaborata dall’ufficio studi di Banca IFIS (basato su dati Istat, Banca d’Italia e Mef) e presentata il 24 maggio al Forum PA. I dati che vengono fuori sono piuttosto allarmanti: “Nel 2017 l’ammontare complessivo stimato dei debiti commerciali è di circa 31 miliardi di euro (-6% rispetto al 2016), con il 62% degli enti pubblici che paga in ritardo. In questo contesto, essere fornitore della Pa vuol dire, in molti casi, incassare i propri crediti con 30 giorni di ritardo rispetto alla media del settore di appartenenza”. Ciò genera una crisi di liquidità che indebolisce le piccole e medie imprese. C’è da dire che si intravede un piccolo miglioramento rispetto al 2016. Nel dettaglio lo studio rileva come il 62% degli enti pubblici abbia pagato in ritardo nel 2017 rispetto ai vincoli di 30/60 giorni imposti dalla legge. Si tratta di un dato in calo di 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente grazie all’andamento delle Regioni (45% contro il 55% del 2016). Migliorano Asl, Province e Comuni (nonostante il Patto di Stabilità Interno). Questi progressi, però, non bastano ad allinearci con le altre nazioni europee.
Il debito della pubblica amministrazione verso le imprese in Italia ha registrato un trend di discesa negli ultimi anni, ma nel confronto internazionale rimane tra i più elevati nell’Unione europea. Secondo gli ultimi dati resi disponibili da Eurostat nelle scorse settimane nel 2017 l’Italia mostra un debito commerciale della Pa verso le imprese per beni e servizi – per la sola parte di spesa corrente – pari al 2,8% del PIL, il secondo più elevato dietro alla Croazia (3,1%) e quasi doppio rispetto alla media dell’Eurozona e dell’UE (entrambe con l’1,6%); considerando i principali Paesi dell’UE il perso del debito della PA verso le imprese è dell’1,5% del PIL in Francia, dell’1,4% nel Regno Unito, dell’1,2% in Germania e dell’1,1% in Spagna. L’Italia si posiziona al primo posto in UE per valore assoluto dei debiti commerciali.
Eppure a detta di qualcuno questo problema doveva già essere risolto nel 2014. Facciamo un passo indietro. Il 13 marzo 2014 Matteo Renzi promise in tv che il 21 settembre dello stesso anno (giorno del suo onomastico), avrebbe fatto un pellegrinaggio al santuario di Monte Senario se il suo Governo non avesse pagato i 75 miliardi di euro di debiti che la pubblica amministrazione aveva contratto fino al 2013. Dopo quattro anni la nostra Pa continua ad essere il fanalino di coda in Europa a causa dei ritardi con cui vengono pagate le imprese creditrici. Intanto, San Matteo ancora aspetta l’ex premier che nel frattempo è diventato “senatore semplice”.
Salvatore Recupero
Debiti della pubblica amministrazione: l’Italia fanalino di coda in Europa
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3 comments
ancora con sti debiti dello Stato (Centrale e/o periferico) ma volete capirla che è esattamente il cavallo di Troia o meglio di Troika?!?
non ci vuole molto a capirlo e sono oltre 20anni che lo abbiamo visto tutti…
meglio avere debiti con lo Stato che, anche se in ritardo, pagherà sicuramente, che avere debiti con qualsiasi altro privato che forse ti pagherà…per mille e mille motivi.
Per cui Nazionalizziamo Energia Acqua Telecomunicazioni/Poste ed Alitalia, ricreiamo l’IRI e la Cassa del Mezzogiorno eppoi i crucchi e tutti gli altri devono…rincorrerci!
[…] fiscale. Il trattamento che ricevono in cambio non è dei migliori. Ad esempio l’ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori sfiora i sessanta miliardi di euro e circa la metà di questo importo […]
[…] anche fornire qualche cifra. L’Italia si posiziona al primo posto in UE per valore assoluto dei debiti commerciali. Nel 2017 lo stato doveva alle imprese ben 31 miliardi di euro (-6% rispetto al 2016). Inoltre, i […]