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Youth, ovvero “La Grande Pugnetta”

by Davide Trovato
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maxresdefaultMilano, 25 mag – Gli esperti solitamente suddividono la masturbazione maschile in quattro principali fasi: la prima è l’eccitamento. Corrisponde alla fase precedente e contigua all’erezione a seguito di uno stimolo di varia natura (per lo più fisico o psicologico). La seconda è conosciuta come fase di Plateau, e corrisponde al momento di massima eccitazione, con durata variabile da persona a persona. La terza fase è l’emissione ed è quella in cui il corpo, tramite contrazione degli organi interni, raccoglie e mescola le varie componenti dello sperma. Ultima fase è l’eiaculazione. Essa consiste nella fuoriuscita dello sperma in getti successivi.

Ecco a voi Youth, ultimo film del regista premio Oscar per La grande bellezza, Paolo Sorrentino.

1) L’eccitamento. Come già anticipato, è consuetudine considerare l’eccitamento come soggettivo. Trovandosi in sala di fronte a Youth potreste infatti avere diverse reazioni. Due le principali: vi si potrebbero bagnare leggermente le palpebre alla vista delle prime scene ed avvertire un gioioso titillare delle orecchie non appena le note della colonna sonora iniziano a far breccia nell’aria. In questo caso, tutto ciò vi causerà un leggero gonfiore nei pantaloni.

Nella seconda ipotesi, la più probabile, col susseguirsi delle immagini inizierete a captare un leggero, quasi impercettibile, rumore di fondo. Come uno sfregamento. Ciononostante continuerete a guardare lo schermo alla ricerca di un “perché”.

2) La fase di Plateau. Diciamocelo: Youth è la più sofisticata e ricercata collezione di inquadrature stilose ed eleganti in circolazione. Frutto di ore e ore di studio e preparazione di luci, volti, angolature e musiche. Più che al cinema, dovrebbe essere trasmesso in un museo. Se avete pensato tutto ciò, appartenete probabilmente alla prima delle due categorie di cui sopra. Siete dei “Sorr-erotomani”. Siamo alla metà del film, e ormai il piccolo gonfiore nei pantaloni si è trasformato per voi in forza motrice. 

Diciamocelo: Chiunque abbia lavorato ai dialoghi in Youth, probabilmente scrive le frasi nei baci perugina. La trama è del tutto irrilevante e man mano che la pellicola prosegue, vi aspettate che Micheal Caine si tolga la maschera per rivelarne Toni Servillo (come se il cameo del finto Maradona non fosse di per se sufficiente). Se questo è ciò che vi ronza in testa, tranquilli: siete perfettamente sani. Qualcosa per voi si è mosso, giustamente, soltanto al full frontal di “Miss Universo”. Per il resto, a parte il sempre più tempestante rumore di sfregamento che avvertite nell’aria, è il deserto dei tartari.

3) L’emissione. A questo punto, per voi Sorr-erotomani, non ha più nessuna importanza cosa stiate guardando. Potrebbero tranquillamente scorrere le immagini di gattini che fanno karate, che gridereste comunque al capolavoro. I muscoli vi si tendono e qualcosa dentro di voi comincia a mescolarsi, come di fronte ad una rivelazione.

Per voi “altri” invece, nulla. Siete da più di un’ora nell’attesa di trovare qualcosa: la morte e la paura della morte? Il rapporto padre-figlio? L’amore perduto o l’amore ritrovato? Niente. È a questo punto che staccate lo sguardo dallo schermo e cominciate a guardarvi intorno, rendendovi finalmente conto di dove siete finiti.

4) L’eiaculazione. Chiamatela come preferite: eiaculazione oppure estasi di San Sorrentino. Siete in un loop di fotogrammi che secernono piacere. I personaggi sono ormai un unico personaggio, frutto di un’unica intelligenza artificiale che risponde al nome di Paolo Sorrentino. Vi si bagnano i pantaloni e come nella sequenza de La rosa purpurea del Cairo, ma al contrario, siete voi ad entrare nel film e non Tom Baxter ad uscirne.

Al contrario, per voi “altri” la situazione è diversa. Neanche ci provate ad alzare gli occhi sul film. Intorno a voi individuate l’origine di quel tormentoso rumore: sono i Sorr-erotomani che si masturbano. Non uscite dallo schermo, ma dalla sala. Siete stanchi e stremati. Avete voglia di un boccone, e di fronte a voi un bivio: c’è Eataly – la catena di marketing dell’alimentazione di Farinetti – o un piccola salumificio. Non ci pensate su due volte: la vostra strada, quella giusta, porta al salumificio.

Davide Trovato

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