Roma, 17 apr – L’adunata di partigiani ieri a Montecitorio ha fatto tornare in bocca al Presidente della Camera, Laura Boldrini, il sapore della guerra civile. Ha così rispolverato la furia iconoclasta dei vincitori e dei despoti, proponendo di sterilizzare l’obelisco che domina il Foro italico a Roma. Il monolite di marmo con scritto “Mussolini – Dux”, trasportato lungo il Tevere ed eretto nel 1932 a guardia dell’allora Foro Mussolini.
Seppure le opere del Ventennio, politiche ed architettoniche, continuino a dividere parte dell’opinione pubblica, era stata raggiunta una sorta di pax sul valore innegabile di alcune di esse: fra queste le costruzioni fasciste, l’ultimo esempio di architettura italiana del Novecento. Laura Boldrini vuole ora rompere il patto che ha consentito la tutela di quei beni culturali, perfettamente inseriti nel patrimonio artistico del nostro paese. Un paravento solido utilizzato anche da esponenti della sinistra, che hanno potuto così salvare il lascito fascista senza essere tacciati di apologia dai talebani della propria area politica.
Laura Boldrini vorrebbe quindi squarciare un velo pesante, senza averne né il diritto né la caratura, ma semplicemente un presunto potere di farlo. La democratica legge del più forte. Ella ruota così il chador che tanto le dona per farlo diventare il passamontagna dell’ISIS che rade al suolo l’eredità culturale mesopotamica, o il turbante degli estremisti di Al-Qaeda che distrussero i Buddah di Bamiyan. Assumendosi lo stesso tipo di responsabilità.
Una responsabilità che è sia culturale che politica, traducendosi nel più classico spostamento dell’attenzione sul capro espiatorio, che in Italia qualcuno pensa ancora possa assumere i connotati della caccia al fascista, sia esso un uomo o un monumento. Non è un caso che il Presidente della Camera abbia preso al balzo la richiesta di un vecchio partigiano, all’adunata di ieri: “Dopo tutto quello che ci siamo detti penso che dovremmo fare qualcosa per ripulire tutte le strade d’Italia dal fascismo che sta ritornando – ha detto il partigiano – e oltretutto di abbattere quella colonna al Foro Italico con la vergognosa scritta Mussolini dux”. Laura Boldrini ha replicato che si “perlomeno è l’ora di togliere la scritta”.
Mentre la politica italiana continua a svendere gli ultimi frutti del proprio paese, a suonare il violino in una nave che sta facendo affondare, il grande abbraccio collettivo per la sinistra è quello di sognare le belle mattanze di fascisti a guerra finita. “Ripulire tutte le strade d’Italia dal fascismo che sta ritornando” dice il vecchio partigiano. “Chiudere i covi fascisti con il fuoco” rispondono i centri sociali, che continuano acefali a seguire i cattivi maestri, aggredendo i propri nemici per non affrontare i propri fantasmi.
Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia, è stato fra i primi a commentare l’ennesima proposta surreale del Presidente della Camera: “La Boldrini vuole cancellare la scritta Mussolini Dux dall’obelisco del Foro Italico – scrive Di Stefano – si accomodi, però poi lo Stato smetta di usare lo Stadio Olimpico, le piscine coperte, lo stadio dei marmi, il palazzo del CONI e l’università IUSM. In 70 anni non siete riusciti a costruire neanche un complesso sportivo, ora volete cancellare il nome di chi ha saputo farlo”. Sicuramente sarà più facile il compito di qualcuno che voglia, fra settant’anni, cancellare il nome della Boldrini dalla storia: basterà levare una targa d’ottone chiusa a Montecitorio.
Ettore Maltempo
1 commento
La Boldrini non si smentisce nell’agire come partigiana di sinistra. Peccato che non dica ovviamente nulla davanti a bandiere rosse con falce e martello simbolo di milioni di esseri umani massacrati dai suoi compagni