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“La tirannia dell’emergenza”: dal Covid al clima, la dittatura del terrore che rende i cittadini dei sudditi

by Cristina Gauri
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tirannia emergenza

Roma, 13 giu — «Emergenza omofobia». «La nostra casa è in fiamme». «Siamo in guerra con il virus». «War on Terror». E via, così, di slogan orrorifico in slogan orrorifico, terrorizzando i probi cittadini sempre più disposti a genuflettersi alle varie agende politiche. Esasperazione, psicosi, toni urlati, ricorso continuo a metafore bellicistiche, quasi a lasciar intendere di essere in guerra. Qualunque opinione dissenziente messa metaforicamente (ma nemmeno tanto) al muro.

E poi, dopo gli slogan, ecco le misure imposte: obblighi, tessere che hanno delimitato il perimetro dell’appartenenza al consesso civile, distanziamento sociale, reclusione domiciliare, riconoscimento facciale, sicurezza urbana trasformata in militarizzazione, acquisti sconsigliati o proibiti, l’energia con cui alimentare il proprio riscaldamento o i veicoli, Ztl trasformate in barriere di confine tra la civiltà e la barbarie.

La tirannia dell’emergenza

È proprio l’emergenza, o meglio la stabilizzazione della stessa e il suo pervadere ogni ambito della vita quotidiana, è al centro del nuovo libro di Andrea Venanzoni, La tirannia dell’emergenza (Liberilibri). Nemmeno a farlo apposta, quasi sincronicamente all’uscita del volume, l’Oms annuncia di aver siglato con l’Ue un accordo per istituire un green pass globale, a dare involontaria conferma alle idee portanti del libro. Nel saggio viene infatti passato in rassegna il concetto stesso di emergenza e soprattutto l’utilizzo strumentale che dello stesso hanno fatto i pubblici poteri per controllare e limitare sempre di più la libertà dei cittadini.

Un percorso che inizia da lontano

Dal terrorismo politico degli anni Settanta a quello di matrice jihadista degli anni Novanta e Duemila, culminato nell’attacco alle Torri gemelle, dai vari panici sanitari (AIDS, aviaria, per arrivare poi al coronavirus) fino all’inquinamento e al riscaldamento climatico, Venanzoni analizza il modo in cui — dietro la comoda giustificazione del combattere una qualche emergenza, le narrazioni — la costruzione di autentiche gabbie sociali e politiche, la formazione di istituti giuridici liberticidi e repressivi si siano sedimentate e ibridate le une con le altre.

Da cittadini a sudditi terrorizzati

Arrivando a plasmare un dispositivo di autentica sottomissione dei cittadini, trasformati in sudditi terrorizzati e riconoscenti a quello che l’autore chiama «Moloch statale» per la sua benevolenza e per la sua protezione dai mali del mondo. Dalla retorica da canzoncina sul balcone durante i giorni del lockdown alla psicosi climatica culminata nelle azioni di certi gruppi ecologisti radicali e nelle agende green di governi e Ue, il cittadino è sottoposto a un flusso continuo di parole d’ordine che lo mobilitano in maniera totale, irregimentandolo in un sistema da cui vengono bandite opinioni sgradite e analisi critiche.

Vigilare sugli spazi di libertà

E dove non arriva la retorica, il «mantra di una nazione intera» evocato da Roberto Speranza nel suo ormai noto libro fatto ritirare dal commercio, interviene direttamente il maglio d’acciaio dello Stato con ordini imperativi, divieti, controlli, sanzioni, misure repressive o con la criminalizzazione, metaforica o reale, di chiunque osi avanzare dubbi o critiche. Solo con una radicale vigilanza, soltanto rinfocolando un ampio spirito critico, si può pensare di mantenere aperti degli spazi di libertà. In questo senso quindi non conta tanto il merito della singola emergenza quanto le scorie che essa, di volta in volta, lascia all’interno della società e dell’ordinamento giuridico: nuovi reati, nuova repressione, nuove minacce alla libertà.

E proprio attraverso queste scorie si sedimenta e nasce una tirannia dell’emergenza, ormai trasformata in normalità. O, se si preferisce, nella famigerata nuova normalità.

Cristina Gauri

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2 comments

Germano 13 Giugno 2023 - 4:19

Ho perso molto , forse tutto quello che avevo a causa della finta pandemia e delle imposizioni dei criminali che governavano all’epoca, Conte, Speranza, virologi di TV ma anche “l’opposizione” cioè i politici camaleonti di tutti i partiti, ma non ho fatto una sola vaccinazione delle quattro dosi obbligatorie e se il gregge lo accetta è un problema del gregge e chi accetta le imposizioni di quei criminali del OSM gestita da quel criminale di Bill Gates, per me sono criminali quanto loro.

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Clima, proposto il "reato di negazionismo climatico": ora basta con fanatismo green e complottismo 21 Luglio 2023 - 4:47

[…] cui ci ha abituato ormai da diverso tempo. Vietato dissentire, vietato mettere in dubbio. La stessa strategia utilizzata quando il Covid-19 imperversava nelle città, la stessa volontà che animava il […]

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