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Un governo di incapaci. Ma noi siamo diventati tanti piccoli sceriffi

by Chiara del Fiacco
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Roma, 19 ott – Il governo ha deliberato nuove misure restrittive dovute ad un’emergenza sanitaria che nei numeri non esiste, limitando ulteriormente le libertà individuali, soprattutto quelle cosiddette di assembramento. La tendenza è ormai chiara ed è quella di contenere il più possibile le occasioni dello stare insieme (quello che i buonisti ci vogliono forzare ad accettare ma non tra di noi, sia mai!), la socialità basilare soprattutto in un mondo disumanizzato ed atomizzato come il nostro, le discussioni – si, anche quelle “becere” da bar – ogni sforzo di creare quel vincolo politico ed umano, quel collante necessario affinché vi sia un popolo e, dunque, una nazione.

Il nuovo cittadino post covid deve starsene tranquillo e muto, frustrato, casalingo, isolato, vezzeggiato dai sistemi di delivery (i giganti amazon, deliveroo, ecc) e indottrinato da Netflix et similia. Guai ad uscire di casa per bere una birra con gli amici, discutere, lamentarsi, azzuffarsi anche, così come tutti gli uomini del mondo facevano da millenni.
Per non parlare della donna, in caduta libera, vessata da tutti gli altri millecinquecento generi e schiavizzata in un contesto domestico insopportabile fatto di pargoli fuori controllo, smart working e, se è fortunata, un marito che non la sopporta, ma che almeno c’è.
A partire dalle 21 si bevono alcolici solo seduti e alle 24 (ora in cui il legislatore ha deciso l’inizio del pericolo di morte) i locali sono costretti a chiudere tutti a casa a diventare sempre più animali addomesticati davanti alla tv.

Un governo di incapaci

Un governo di incapaci o pagliacci o le due cose insieme che, proprio come in un circo, addestrano il leone a stare seduto, alzarsi e poi di nuovo seduto. E guai se prova a ruggire, tanto che le misure restrittive non si limitano soltanto alle libertà di movimento e di riunione/assembramento, conviviale o meno, ma vanno ben oltre, come si è visto nel caso di Francia e Grecia (per non parlare della Germania, caso ormai dottrinale della messa a morte del diritto di espressione), fino ad arrivare alla libertà fondamentale di ogni essere umano che è quella del pensiero. Dell’idea. E mentre proprio ieri in Francia un professore veniva decapitato per strada da un genitore arrabbiato per la lezione sulla libertà di espressione e le caricature sul profeta Maometto, si è parlato di aggressione, utilizzando una edulcorata parafrasi, mentre entrava in atto un coprifuoco covid alle ore 21. La follia.

Un popolo anestetizzato

La risposta del popolo, sfortunatamente, non sembra essere quella che ci si aspetterebbe in questi casi, ovvero la rabbia, ma una docile isteria collettiva che spinge tutti a barricarsi dentro casa o a girare come piccoli sceriffi, apostrofando da untori quelli che hanno la mascherina messa male. C’è da fargli un applauso a questi governanti e ai loro lacchè, gli organi di stampa, ed è proprio vero, a parte le solite lamentele da social o il politico di turno che alza la voce e diviene paonazzo, il silenzio assenso è assai imbarazzante.  Il cittadino atomizzato, smembrato dal corpo politico, abituato a delegare da quando esiste la democrazia, abbrutito dai talk show televisivi, pensa solo al suo orticello e gli altri che vadano all’inferno. Sarà la paura, di vivere e di morire, l’assenza di analisi, esteriore e interiore, saranno gli anni passati ad impolverarsi sul sofà, con quelle pantofole e accessori di fantozziana memoria, ma sembra che l’italiano si sia completamente dimenticato di quel sangue che gli scorre tra le vene. Un sangue che speriamo torni presto a ribollire invece di fluire anemico e tremante in quelle pallide vene.

Chiara del Fiacco

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2 comments

fabio crociato 20 Ottobre 2020 - 9:47

Ben pensato e ben scritto ma focalizziamo maggiormente il retroterra di ignoranza (questa davvero imperiale), amplificatore di paure!

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