Roma, 7 mag – A quanto pare non tutto l’antifascismo vien per nuocere: alla fine hanno avuto un’utilità tangibile le liste di proscrizione isteriche di Christian Raimo, con la conseguente esplosione del “caso politico” al Salone del Libro di Torino sulla legittimità della presenza dello stand Altaforte e la presentazione del libro-intervista al leader del Carroccio Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio. E l’utilità la può apprezzare proprio Francesco Polacchi, capo di Altaforte, scorrendo i dati di vendita degli ultimi giorni. Come riporta Il Corriere, il libro compare ora nella top ten di Amazon nella categoria “Strutture e processi politici”, è undicesimo in “Scienze politiche” e al 28esimo posto in “Biografie e autobiografie”. Il volume, firmato dalla giornalista Chiara Giannini e che verrà ricordato come pietra dello scandalo/discordia dell’edizione 2019 del Salone del Libro, ha letteralmente scalato le classifiche, vincendo la classifica dei preordini e andandosi a inserire tra i 500 libri più acquistati. Non male per un libro che fino a qualche giorno fa era posizionato sotto la 40millesima posizione.
Grazie Raimo & soci!
E tutto questo grazie a Raimo – il cui Ho 16 anni e sono un fascista si deve accontentare di un mestissimo 80.096° posto – e poi alle defezioni dei vari Wu Ming, Zerocalcare, Ginzburg e compagnia bella che hanno ulteriormente fatto da cassa da risonanza. Alle quali poi si sono aggiunti gli appelli della Murgia “ad esserci” per non lasciare via libera al nemico fasciopopulista, gli hashtag dedicati, i cori di Bella Ciao. “Mi si nota di più se diserto il Salone o se ci vado”? E in tutto questo girotondo incessante di dichiarazioni e dibattiti, di emboli al cervello e di bruciori di stomaco, gli antifascisti terminali non si rendevano conto che Io sono Matteo Salvini arrivava alla top ten in tempi da record.
Le dichiarazioni di Polacchi
E di tutto questo cosa ne pensa Francesco Polacchi, editore di Altaforte? Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per un commento “a caldo”: “Un sentito ringraziamento a Raimo, Zerocalcare e Wu Ming: grazie alla loro polemica sulla legittimità della nostra presenza al Salone del Libro abbiamo ricevuto ordini di circa 5000 copie in pochi giorni. Senza il loro aiuto – continua Polacchi – non saremmo mai riusciti a ottenere questo grande risultato. Con le vostre liste di proscrizione avete reso Io sono Matteo Salvini un best seller!”
Cristina Gauri
10 comments
…senza contare gli incassi in aumento per la vendita di analgesici…….
Sono proprio contento, per la visibilità che questi imbecilli di sinistra vi stanno donando, spero che questo possa aiutare il diffondersi di un nuovo pensiero, slegato dai dogmi ideologici imposti dalla propaganda di regime, che ci ha soffocato per più di un lustro. Continuate così, grazie per le notizie che quotidianamente postate, siete diventati il mio principale organo d’informazione, sono certo che questa faccenda vi porterà ulteriori consensi.
Bene. Un commento da parte mia.
Se è vero quanto letto dal “Fatto Quotidiano”, fareste bene ad evitare di definirvi “fascisti” o cose del tipo “Mussolini miglior statista dello scorso secolo”.
Intanto il fascismo è finito nel 1945, se non prima.
Mussolini sarebbe stato il migliore statista se avesse vinto la guerra.
Invece l’ha persa e ne paghiamo ancora le conseguenze. Anche voi.
Quindi, per favore, facciamo i sovranisti senza tirare in ballo il passato.
Sono Renato Colella.
Casomai voleste, invio volentieri a tutti quanti tra voi lo desiderino il testo corretto della mia Altaforte.
indirizzo mail corretto
ALTAFORTE
Testo corretto della canzone di Renato Colella da una sestina di
EZRA POUND
(a cura dell’autore della canzone – aprile 2019)
All’inferno la pace che il nostro sud appesta!
Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa!
Io ho vita solo quando s’incrociano le spade
E se il vento gonfia il drappo di chi cade!
Se i bianchi fior si fan vermigli di sangue,
Allora il mio cuor,
Pazzo d’amore, di gioia,
La noia distrugge nel sol!
Il sole si leva ad est rosso sangue
Ma luce non dà a chi in pace langue.
Ed amo nel buio veder le sue lance
Trafiggere il sonno, parlare a chi piange.
La sua virtù sfida da sola le tenebre!
E allora il mio cuor,
Pazzo d’amore, di gioia,
La noia distrugge nel sol.
Nel caldo d’estate – io sì! – sono capace
Di ridere se piogge ne uccidono la pace,
Se fulmini feroci si scaricano in terra,
Se il tuono mi narra di una vecchia guerra,
Se i venti in ciel spazzan le nuvole cariche!
Allora il mio cuor,
Pazzo d’amore, di gioia,
La noia distrugge nel sol.
Conceda l’inferno al mio cuor il sentire
Rumori di spade, cavalli nitrire,
Ai miei occhi il vedere in pazza partita
Due petti ferrati contendersi una vita!
E voglio morir baciando un’ora di guerra!
Allora il mio cuor,
Pazzo d’amore, di gioia,
La noia distrugge nel sol.
Non amo quell’uomo che teme battaglia,
Che contro i miei versi per uso si scaglia,
Che resta lì fermo, in pace, a marcire
Lontano da dove virtù non sa morire.
Di troie così la morte – sì! – mi consola!
E allora il mio cuor,
Pazzo d’amore, di gioia,
La noia distrugge nel sol.
Papiols! Altaforte risuoni di canti!
Memorie di sangue e morte di santi!
Ricordi di urla e di gloria in battaglia,
Di odio e giustizia verso chi sbaglia!
E pensi a me Wotan1, il dio della guerra!
Allora il mio cuor,
Pazzo d’amore, di gioia,
La noia distrugge nel sol.
All’inferno la pace che il nostro sud appesta!
Tu, cane bastardo,
Vieni e canta,
Oggi è festa!
Wotan m’è scappato al momento della composizione nel ’77 (non ho resistito, pur avendo coscienza che non c’azzeccava niente, ma Wotan suonava così bene…), sull’onda d’un ardore giovanile per la mitologia nordica. Invero, sarebbe più filologico (nell’ottica di un medioevo trovadorico con riferimenti pagani) fare appello a Marte o Ares; quindi, chi volesse, cantando Altaforte può sostituire Wotan col Marte latino o con l’Ares greco, non mi offenderò.
[…] A questo proposito: Lei ha pubblicato La morte della Repubblica per i tipi di Altaforte. Che idea si è fatto della bufera mediatica che si è scatenata per la presenza della casa editrice sovranista al Salone del Libro di Torino? […]
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