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Zangrillo bastona la stampa: “Descrivono una situazione irreale, non siamo a marzo”

by Cristina Gauri
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Milano, 3 nov – «Quando si parla di migliaia di contagi si presuppone che queste persone siano malate, in realtà sono persone venute a contatto con il virus». Così il professor Zangrillo è intervenuto al Tg4 in controtendenza con gli scenari catastrofici descritti da gran parte dei media italiani. Una narrazione che rasenta l’apocalittico, a suo parere completamente scollata dalla realtà. Pur ammettendo che i contagi sono in costante aumento, si tratta per la maggior parte di portatori sani o malati con sintomatologia lieve – particolari, questi, che la stampa nostrana evita abilmente di menzionare.

Nessun scenario da pestilenza

Zangrillo nega con forza invece l’esistenza di scenari da peste manzoniana riferiti dai soliti noti «professionisti dell’informazione»: «Non è così. In questo momento noi abbiamo una situazione che è completamente diversa da quella che state, stanno, tutti narrando» insiste il prorettore dell’Università San Raffaele e primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale milanese.

Pronto soccorso assediati? Sì, ma da persone sane

L’esperto non nega nemmeno che le strutture sono in affaticamento: ciò è dovuto, però, non all’afflusso soverchiante di casi gravi, ma di «pazienti che non sono pazienti». Lo aveva già ribadito settimana scorsa, accodandosi al collega Bassetti: «Noi vediamo che il 60% dei pazienti [covid, ndr] che giungono in ospedale sono pazienti che vengono dimessi entro le 10 ore successive. Quindi sono i cosiddetti codici verdi». Cresce quindi il numero dei cittadini che si presentano per paura, con lievi sintomi influenzali, e alcuni di questi finiscono ricoverati a scopo precauzionale: «abbiamo sempre denunciato il fatto che ci sia in qualche modo un disorientamento generale da parte delle persone, che sono molto spaventate e non hanno un punto di riferimento». Il messaggio portato dai media spinge quindi le persone in pronto soccorso, anche se non ne hanno bisogno.

Non siamo a marzo

«Si tratta di persone in cerca di un alloggio, di una patente di positività o meno. Questi soggetti potrebbero tranquillamente restare nelle proprie abitazioni e non andare a intasare i pronto soccorso», puntualizza. Per quanto riguarda l’aumento di pazienti in terapia intensiva, Zangrillo spiega che non si tratta della stessa situazione di marzo, come i media vorrebbero far credere: «chi la paragona a marzo vuol dire che non ha vissuto la situazione a marzo». Se giudichiamo la situazione catastrofica già da ora «possiamo piantarla lì. Abbiamo perso prima di iniziare» ha concluso Zangrillo.

Cristina Gauri

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