Roma, 16 mar – Sono 830mila i bambini che in Italia, nell’ultimo anno, non hanno avuto accesso alle più basilari prestazioni mediche a causa delle difficoltà economiche ingenerate dai lockdown. O perché, nel sistema sanitario nazionale, la precedenza viene data esclusivamente al Covid e tutte le condizioni mediche che non rientrano nell’ambito della pandemia vengono relegate al fanalino di coda. Il risultato è la procrastinazione di visite, esami, screening, anche per i pazienti più piccoli. Un esercito di quasi un milione di bambini trascurati dal punto di vista sanitario e sacrificati sull’altare del dogma pandemicamente corretto della «libertà dal coronavirus». Infezione che, ironia della sorte, nei bambini è quasi totalmente asintomatica. Gli effetti delle mancate prestazioni mediche, invece, inizieranno a farsi sentire a breve.
Prestazioni mediche in differita
E’ quanto emerge da un’indagine condotta da mUp Research e Norstat per Facile.it su un campione di oltre 1000 persone. Ortopedia, odontoiatria, dermatologia. Il rinvio medio che riguarda le prestazioni mediche nel 2020 è stato di 51 giorni, ma quasi la metà delle visite (49%) sono state posticipate a data da destinarsi. La differita media per dermatologia è stata di 61 giorni, per oculistica di 76, per odontoiatria di 54. Segue pediatria con 44 giorni ed esami ematici con 22. Gli esami cardiologici sono stati rimandati in media di 37 giorni. Più di un mese di attesa, quindi, per una visita che potrebbe salvare da un infarto. Il quale, come è noto, sopraggiunge all’improvviso, senza curarsi delle tempistiche scandite dal Covid.
Chi può si affida al privato
Oltre 2,1 milioni di giovani si sono visti posticipare o addirittura annullare visite e prestazioni mediche. In altri numeri si parla di 6 genitori su 10 che nel 2020 avevano programmato una visita dal dottore e se lo sono visti rimandare dalla struttura sanitaria. Unica alternativa, rivolgersi al sistema sanitario privato. Lo ha fatto il 40% di coloro che hanno subito ritardi o cancellazioni, sostenendo una spesa media pari a 339 euro per singola visita o esame. Di questi, il 7% ha chiesto l’accesso a un prestito per coprire le spese mediche.
Chi non può, rinuncia alle prestazioni mediche
E per chi non può permettersi una prestazione in una clinica privata? Sono circa 2,7 milioni i genitori a cui non è rimasto altro da fare che rinunciare alle visite mediche dei figli. Il 60% degli intervistati lo ha fatto per la psicosi da coronavirus e la paura che il bimbo potesse contrarre la malattia. Mentre il 31%, cioè 830mila papà e mamme, vi hanno rinunciato per difficoltà economica conclamata. La metà di questo piccolo esercito è costituita dai cosiddetti «nuovi poveri», cioè le famiglie che a causa della crisi economica emersa a seguito dei lockdown, si sono ritrovati in ristrettezze finanziarie.
Cristina Gauri