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Ustica, Amato lancia il sasso e nasconde la mano: “Non ho elementi nuovi”

by Andrea Grieco
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Amato

In seguito alle dichiarazioni rilasciate a Repubblica pochi giorni fa sul mistero, ancora irrisolto, della strage di Ustica, l’ex premier Giuliano Amato si è affrettato a correggere il tiro delle frasi pronunciate, le quali hanno riaperto non pochi lati oscuri della tragedia di quarantatré anni fa. Il dietrofront del presidente emerito della Corte costituzionale non si è fatto attendere, come rilasciato a La Verità: “Io ho solo rimesso sul tavolo un’ipotesi già fortemente ritenuta credibile, non perché avessi forti elementi, ma per sollecitare chi li ha a parlare, a dire la verità. Non altro”.

Le parole di Amato sul coinvolgimento della Francia

Le dichiarazioni, rigettate da Amato, presentavano l’ipotesi di un inquietante scorcio nel quale sarebbe inserita anche la Francia: “Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi – ha raccontato a Repubblica – ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi”. L’ex Presidente del Consiglio aveva inoltre aggiunto: “Dopo quarant’anni le vittime innocenti di Ustica non hanno avuto giustizia. Perché continuare a nascondere la verità? È arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato. Potrebbe farlo Macron. E potrebbe farlo la Nato. Chi sa ora parli”. Parole forti che sono state rimandate al mittente dopo solamente pochi giorni.

La solita mediocrità della politica italiana

Amato ha cercato in tutti i modi di divincolarsi, malamente, dalla questione da lui stesso riportata alla luce: “Io non ho raccontato nulla di nuovo, non era nelle mie possibilità. Volevo riportare il tema all’attenzione, sollecitare chi potrebbe convalidare quell’ipotesi a parlare”. Un altro episodio di mediocrità, di un mai sopito cerchiobottismo, vizio della politica italiana, tipico di chi, barcamenandosi tra due sponde, lancia il sasso e nasconde la mano.

Andrea Grieco

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