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South Stream: Gazprom rescinde il contratto con Saipem

by Paolo Mauri
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La piattaforma “Saipem 7000”


San Donato Milanese, 9 lug – Saipem fa sapere di aver ricevuto ieri sera una notifica da parte di South Stream Transport, società controllata al 100% dalla russa Gazprom, della cancellazione del contratto per la costruzione del gasdotto South Stream, che collegherà le zone di produzione russe all’Europa senza affidarsi alla rete di distribuzione dell’Ucraina.
Si tratta di una possibilità data alla società russa da una clausola contrattuale standard, la “termination for convenience”, motivata da “l’impossibilità di raggiungere un accordo su molti lavori e questioni commerciali per l’attuazione del progetto”, come fa sapere Gazprom.
Il contratto, del valore di 2,2 miliardi di dollari, aveva risollevato il titolo italiano in borsa a metà maggio e ora la sua prematura risoluzione sta portando ad un crollo del valore della azioni Saipem (-5,7%).
Il nuovo gasdotto russo, che nel suo tratto meridionale misura più di 1600 km, sta incontrando difficoltà di carattere burocratico anche in Turchia: il governo di Ankara infatti per il momento ha solo concesso a Gazprom il permesso di svolgere lavori di ricerca e progettazione nelle sue acque territoriali e solo per una delle quattro linee previste.
Secondo fonti russe, la strategia per aggirare l’Ucraina nelle forniture di gas all’Europa parrebbe cambiata: la testa di ponte non sarebbe più il nuovo gasdotto South Stream, bensì la Russia intenderebbe potenziare il North Stream già esistente che passa dal Baltico per arrivare in Germania. Gazprom avrebbe infatti stretto accordi con la Shell e altre società che hanno in gestione la linea del gasdotto, per raddoppiarla.
La risoluzione del contratto inguaia notevolmente Saipem anche dal punto di vista organizzativo: difatti, secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux, le piattaforme di posa “Saipem 7000” e “Castoro 6” resteranno bloccate sino al termine di quest’anno, sebbene nella nota di Saipem venga citata solo la “Castoro 6” che, al momento della disdetta, si stava ormeggiando in acque territoriali russe per l’inizio dei lavori di posa della condotta.
Paolo Mauri

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