Roma, 30 dic – Una pasionaria dei diritti umani come valletta di Sanremo, che ci dia lettura morale – a spese nostre – su quanto siamo un popolo di razzisti e sessisti? Perché no: proprio in queste ore circola il nome di Rula Jebreal, la avvenente giornalista ex “santorina” italo-palestinese con cittadinanza israeliana famosa per le sparate politicamente corrette non sempre brillanti per coerenza (ma a una bella donna, soprattutto se progressista, si perdona questo e altro). Arrivata in Italia nel 1993 con una borsa di studio, si è laureata in fisioterapia a Bologna, per poi rimanere nel Belpaese per intraprendere la carriera giornalistica. “Arrivederci, my beautiful country“, scriveva sul Guardian sopraffatta dal clima di intolleranza che si respira nel nostro Paese. Ma forse il lauto compenso sanremese potrebbe convincerla a farla tornare.
Amadeus chiama, Rula risponde?
Voci di corridoio riportate da Dagospia riferiscono che Amadeus la vorrebbe nella rosa delle 10 vallette che lo accompagneranno per tutta la durata del Festival e che si daranno il cambio in ogni serata. Il presentatore si sarebbe incontrato con la giornalista in un noto hotel di Milano nei giorni scorsi, e la Jebreal, avrebbe a quanto pare dato la propria disponibilità. A fianco ad Amadeus ci potrebbero essere anche Vanessa Incontrada, Georgina Rodriguez, Simona Ventura e Antonella Clerici, tutte da confermare.
Politically correct in abito da sera
Insomma, la presenza della Jebreal andrebbe a inserirsi in una nuova tradizione sanremese (già inaugurata l’anno scorso da Baglioni) che vuole la kermesse musicale punteggiata di sermoni sul politicamente corretto: se poi il sermone arriva su di un paio di tacchi a spillo e in abito da sera, chi mai può contestarlo? Se poi i soliti “intelligentoni” (si fa per dire) haters le riserveranno il solito, (deprecabile) trattamento non proprio lusinghiero sui social, poco male: basterà estrarre dal cilindro l’ennesimo provvedimento liberticida contro l’odio online, no?
Cristina Gauri
11 comments
Copio e incollo direttamente dalla sua mini-biografia:
“Rula Jebreal è una giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana naturalizzata italiana. Jebreal è nata a Haifa, figlia di Othman Jebreal, imam sufi di origine nigeriana, guardiano della moschea al-Aqsa. La madre, Zakia, aveva subito gravi abusi durante l’infanzia e si suicidò annegandosi in mare quando Rula aveva 5 anni. Assieme alla sorella Rania, Rula viene ammessa dal padre al collegio/orfanotrofio di Dar El-Tifel a Gerusalemme dal 1978 al 1991. Rula crebbe al collegio, di cui considera il fondatore Hind Husseini, come suo maestro di vita.”
A me sembra che si tratti di una donna squilibrata, profondamente traumatizzata dalla vita oltre che ultra-femminista, rabbiosa e carica del più profondo disprezzo nei confronti del maschio bianco europeo che mette continuamente e ossessivamente sotto accusa.
Mi domando come faccia, la gente, a pendere dalle labbra di persone così?
Ma chi lo vede più Sanremo, autoreferenziale e purtroppo non autopagante?! Ah dimenticavo, gli stranieri in Italia e all’ estero che bisognosi di conoscere vanno inquadrati e rincoglioniti a dovere! Come un qualsiasi negozio del centro di una grande città, dove il commesso deve essere straniero per convincere lo straniero…
Gran bella sgnacchera, però.
Parliamoci chiaro: se fosse racchia non lavorerebbe tanto. La paladina dei diritti.
Avete scelto una foto che sicuramente le rende giustizia. Patetici
..bona e laureata in fisioterapia bolognese…non si può voler di più…;))). ma è molto indecisa….palestinese, italiana, israeliana, inglese…
Quante cose ce sarebbero da dì… Mejo stare muti…. Ma l’avete vista?
Non si può evitare di notare il fatto che certe persone siano interessate giusto alla copertina del libro, purché sia splendida, patinata, magari in “Technicolor”; allora, tutto il resto può tranquillamente “passare in cavalleria”. Riguardo al contenuto effettivo del libro, beh, di quello non ci si cura…
Duole constatare fino a che punto l’abitudine alla pornografia abbia intieramente mutuato la generale percezione, non solo della sessualità, ma proprio della persona in sé, valutata positivamente solo in base alla sua capacità di attrazione sessuale. Questo è il vero sessismo.
Abbrùtta!
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