Roma, 12 giu – Mentre Virginia Raggi inseguiva la sua personale ossessione nei confronti di CasaPound, erigendo l’occupazione di via Napoleone III a simbolo di tutti i mali di Roma e accanendosi contro pensionati e vedove residenti all’interno dello stabile, gli anarco-insurrezionalisti associati con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico gliela facevano sotto il naso.
Gli eversivi accomodati nel centro sociale (e Virginia dorme)
Aveva infatti stabilito la loro base operativa in un centro sociale – il Bencivenga Occupato, proprio una di quelle occupazioni per cui Virginia preferisce chiudere un occhio – una cellula eversiva anarco-insurrezionalista che puntava a riorganizzare il movimento anarchico. Lo hanno scoperto i Ros, nel corso di un’indagine che stamattina ha portato all’arresto di sette persone (tra cui due donne) tra i 30 e i 40 anni. Le accuse sono associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi e altri reati. Scopo dell’organizzazione era «riorganizzare il movimento anarchico» superando le divisioni locali per «colpire l’organizzazione democratica dello Stato» e sviluppare una rete di contatti con gruppi stranieri, operanti in Cile, Germania e soprattutto in Grecia, Paese in cui agisce la ‘Cospirazione delle Cellule di Fuoco‘, gruppo terroristico aderente al cartello Fai-Fri.
L’operazione, denominata Bialystok, è scattata in seguito l’attentato esplosivo alla Stazione dei carabinieri San Giovanni, avvenuta nel 2017. Quel giorno davanti all’ingresso della caserma era stato fatto esplodere un ordigno assemblato artigianalmente e composto da un chilo e mezzo di materiale esplosivo inserito in un thermos di metallo. L’attentato era stato rivendicato dalla sigla terroristica «Federazione anarchica informale-fronte rivoluzionario internazionale». Secondo quanto riferito dal fatto, uno dei sottoposti a fermo nell’operazione di oggi avrebbe partecipato attivamente all’operazione.
Tra le sette persone arrestate figurano i nomi di Claudio Zaccone, 33enne messinese, Roberto Cropo, 34enne torinese, Flavia Di Giannantonio, 39enne romana, Nico Aurigemma, 30enne romano, Francesca Cerrone, 31enne trentina. Due di loro soggiornavano fuori dall’Italia: al momento del fermo la Cerrone si trovava vicino ad Almerìa, in Spagna, mentre Cropo stazionava a Saint Etienne, in Francia.
Un pamphlet clandestino
Il gruppo d’azione eversiva aveva redatto una sorta di manifesto programmatico contenuto in un documento clandestino dal titolo Dire e sedire, distribuito solo tra i più stretti affiliati; scopo della pubblicazione era portare avanti una «conflittualità viva e accesa» e «riorganizzare il movimento anarchico superando ogni localismo», al fine di «colpire l’organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato».
Ritorna lo spettro dell’attentato al Bargello
Agli anarchici non piace il car-sharing della sindaca
Tra le contestazioni a carico dei militanti anarco-insurrezionalisti, secondo quanto riportato da Il Messaggero e da Repubblica, anche una serie di attentati incendiari contro il sistema di car-sharing Enjoy, riconducibile ad Eni, e che tra la fine di febbraio e i primi di marzo 2019 hanno portato alla distruzione di alcuni veicoli nella Capitale. A maggio 2019, come ricorda il Corriere della Sera, erano già sei i veicoli incendiati nella Capitale, e la cosa aveva portato gli inquirenti a sospettare che non si trattasse solo di grave vandalismo; non era sfuggita, infatti, la concomitanza con mobilitazioni anarchiche di piazza a Milano contro Eni e contro il sistema di car-sharing Enjoy. Con buona pace dei sistemi di mobilità alternativa tanto cari alla «sindaca», gli anarchici che si ritrovavano nei santuari intoccati della sinistra radicale romana, da sempre fuori dal radar polemico della «sindaca» stessa, non condividevano con lei a quanto pare lo stesso entusiasmo per i sistemi di condivisione legati alla mobilità cittadina.
Ennesima figuraccia
Insomma, altra figuraccia per la Raggi, la cui preoccupazione principale è in questo momento quella di buttare in mezzo alla strada famiglie italiane composte da anziani in difficoltà, disabili, vedove, giovani madri all’interno dell’occupazione di CasaPound, ma incredibilmente «fa l’indiana» sui violenti gruppi eversivi che si annidano nelle occupazioni rosse o anarchiche della Capitale. Strano che, dopo la raffica di arresti di stamattiona, non sia ancora comparso il suo tweet trionfante in cui annuncia che a Roma è stata ristabilita la legalità – come è solita fare ogni volta che annuncia qualche novità contro l’occupazione delle tartarughe frecciate. Troppo bruciore allo stomaco, forse.
[La fotografia di copertina è puramente indicativa ed è stata scattata durante una manifestazione a Parigi]
Cristina Gauri
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