Roma, 21 lug — L’iter per la cancellazione dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al maresciallo Tito procede senza intoppi: ieri la commissione Cultura del Senato ha approvato l’ordine del giorno per la revoca del vergognoso riconoscimento conferito a quello che, senza errore, viene ricordato come il boia comunista degli italiani.
Verso la revoca dell’onorificenza al maresciallo Tito
L’odg di Fratelli d’Italia impegna il governo a revocare l’onorificenza più alta conferita dallo Stato italiano al dittatore jugoslavo morto nel 1980, prevedendo la possibilità di revoca del titolo a chiunque sia colpevole di crimini contro l’umanità, compresi i defunti come il maresciallo Tito. Attualmente, infatti, la legge istitutiva dell’ordine dei Cavalieri della Repubblica non prevede la cancellazione dell’onorificenza a persone decedute. Con l’approvazione del progetto di legge sarà possibile modificare il passaggio affinché venga tolto il titolo al boia jugoslavo, le cui mani sono macchiate del sangue degli italiani.
«La storica richiesta delle famiglie degli infoibati dei familiari delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati per revocare l’onorificenza conferita al dittatore jugoslavo Josip Broz Tito, ha finalmente trovato esito positivo attraverso l’approvazione di un ordine del giorno a mia prima firma, che impegna il governo ad attivare la procedura di revoca del cavalierato di gran croce, decorato di gran cordone, da parte del Presidente della Repubblica», afferma il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia, primo firmatario dell’odg approvato in Commissione cultura del Senato.
Il macellaio degli italiani
L’importante novità contenuta nell’odg, spiega Menia, è rappresentata dal fatto che «a differenza di quanto fino ad oggi è accaduto, sarà possibile attuare anche nei confronti di persone defunte l’atto di revoca di onorificenza per chi se ne fosse dimostrato indegno. È sicuramente il caso di Tito, responsabile dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe, che fu prodromo dell’esodo di 350mila istriani, fiumani e dalmati, oltre che del massacro di altre migliaia di oppositori nella ex Jugoslavia, fatto accertato dalle recenti ricerche in Slovenia che hanno attestato la presenza di 750 fosse comuni e almeno 100 mila assassinati».
L’onorificenza venne concessa a Tito nel 1970, un periodo in cui la tragedia delle Foibe e i massacri operati dai partigiani titini e dalla polizia segreta Ozna nel nome della «giustizia del popolo» erano banditi da ogni dibattito e occultati da un omertoso strato di silenzio, che perdurò per decenni. Ma il macellaio jugoslavo è in buona compagnia: oltre a lui, si fregiano indegnamente di un riconoscimento il dittatore romeno Ceausescu e quello zairese Sese Seke Mobutu.
Cristina Gauri
5 comments
Questo è il minimo
I veri boia degli italiani sono coloro che hanno dapprima dato carta bianca a questo mostro e poi pure la onorificenza per interposta italiota persona. Queste esseri immondi non sono da cancellare ma devono restare nella memoria. Troppo comodo…
Proposta Odg… Inserimento nella legge scelba delle formazioni politiche denominate PD e mov5* per perduranti vessazioni al popolo italiano e sovvertimento della normalità sociale
[…] Proces za oduzimanje časti ”Vitez Velikog Križa” (Cavaliere di Gran Croce) maršalu Titu teče bez problema: Odbor za kulturu Senata odobrio dnevni red za opoziv sramotnog priznanja dodijeljenog čovjeku koji se bez greške pamti kao komunistički krvnik nad Talijanima, piše Il Primato Nazionale. […]
[…] – Историското барање за одземање на честа на југословенскиот диктатор Јосип Броз Тито, од страна на членовите на семејствата на жртвите од масакрот на Тито – тоа се луѓето прогонети од Истра, Ријека и од Далмаијција, конечно имаше позитивен исход со усвојувањето на дневниот ред, од кој Владата се обврзува да покрене постапка за повлекување на Орденот Витез на Големиот крст – рече Менија пренесен од порталот Ил Примато национале. […]