Reggio Calabria, 13 mar – Se un tempo la bellissima città affacciata sullo Stretto di Messina era famosa per il suo mare, i Bronzi di Riace e il lungomare che venne definito da Gabriele D’Annunzio “il chilometro più bello d’Italia”, oggi, purtroppo, la sorte della città del “boia chi molla” sembrerebbe conquistare le cronache unicamente per i suoi monti. Non stiamo però parlando di montagne fertili o dal grande fascino naturalistico e geologico, tutt’altro. Le vette che oggi dominano sulla città di Reggio non sono mete prescelte per escursioni o pic-nic, ma bensì invadenti cumuli di immondizia che stanno creando molteplici disagi e una situazione igienico-sociale ormai giunta al limite.
Reggio Calabria, la protesta del comitato cittadino
Legate a questa situazione, nelle ultime settimane stanno continuando le proteste del comitato cittadino Reggio Respira contro la scandalosa situazione rifiuti che invade il capoluogo reggino. In decine di zone di Reggio Calabria gli attivisti del comitato hanno simbolicamente impiantato, sulle montagne di spazzatura, diversi cartelli che riportano i nomi delle vette montane calabresi. Questa ennesima nuova azione di protesta nasce per sensibilizzare popolazione, media e politica sullo stato di degrado in cui versa l’intera città.
“In alcune zone – tuona il comitato in una nota – le strade sono talmente invase dai rifiuti da ridurre le carreggiate a poco meno di una corsia, creando grandi disagi al già congestionato traffico cittadino”. La protesta non si è limitata all’apposizione dei cartelli ma anche all’affissione di uno striscione che recita: “più che indifferenziata, indifferenti al degrado”.
“Gli euro in tasca a voi, i sacchi in strada a noi”
Per Reggio Respira è imperativo continuare a tenere alta l’attenzione sull’atteggiamento di “menfreghismo” persistente del sindaco. “La situazione di degrado ed indifferenza – sottolinea il comitato – non si limita alla sola città di Reggio ma si estende anche ad altre zone; parliamo anche della città che ospita uno dei porti più importanti d’Europa, Gioia Tauro. Risale infatti agli inizi di febbraio la decisione della Città Metropolitana di stoppare il conferimento dei rifiuti all’impianto di termovalorizzazione della cittadina Gioiese, alla stessa città che lo ospita.
In merito a questo provvedimento, Reggio Respira ha messo in atto un’ulteriore denuncia affiggendo anche a Gioia Tauro uno striscione recante la scritta “Gli euro in tasca a voi, i sacchi in strada a noi“, attaccato direttamente sui cancelli dell’unico termovalorizzatore presente su territorio regionale. “La situazione che si presenta davanti ai nostri occhi è stomachevole – dichiara infine Reggio Respira – i rifiuti non vengono raccolti da settimane e creano montagne di spazzatura che invadono le strade. Ma la rabbia vera e propria monta quando i sindaci, sfrontati, continuano a chiedere i soldi delle tasse relativi ad un servizio inesistente”.
Reggio Calabria, cittadini esasperati
L’inefficienza del servizio viene giustificata dall’amministrazione comunale con l’assenza o il guasto di automezzi o per la difficoltà di reperire per gli stessi pezzi di ricambio e fondi per il carburante “nonostante i soldi versati dai contribuenti”. Circa un anno fa, per scongiurare l’emergenza rifiuti e ristabilire la raccolta differenziata, l’amministrazione aveva deciso di rimuovere i cassonetti per la raccolta da tutto il suolo cittadino, per poi installare in cinque quartieri alcune mini isole ecologiche informatizzate, costate 115mila euro (fondi regionali) e mai entrate in funzione.
L’unica risposta da parte del sindaco gioiese a questo affronto, è stata una conferenza stampa, indetta in modo tempestivo, nella quale l’amministrazione prometteva barricate e forti proteste. Ad oggi, dopo un mese, le uniche barricate presenti sono le proteste di Reggio Respira e quelle formate dalla spazzatura che si accumula giorno dopo giorno esasperando i cittadini già messi in ginocchio da pandemia e mancati guadagni. Insomma, Reggio Calabria, Gioia Tauro e la provincia “hanno da puzzà” e a deciderlo sono proprio coloro che dovrebbero avere a cuore il decoro e la salute delle città.
Andrea Bonazza