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Reddito di cittadinanza ai boss della ‘ndrangheta: in Calabria centinaia di indagati

by Alessandro Della Guglia
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Reddito di cittadinanza, poste

Roma, 7 dic – Buoni pasto e reddito di cittadinanza percepiti da appartenenti alla ‘ndrangheta. E’ quanto scoperto da Carabinieri e Guardia di Finanza che hanno “pizzicato” quasi 200 persone che usufruivano di sussidi statali senza averne alcun diritto, sulla base cioè di attestazioni false e con gravi reati alle spalle. Soltanto nella Locride i carabinieri della compagnia Bianco hanno denunciato 135 persone, ritenute responsabili di truffa aggravata. Tra queste vi è anche un sorvegliato speciale in pubblica sicurezza, già percettore di reddito di cittadinanza, che ha percepito il “buono spesa Covid-19” e al contempo – nello stesso mese – ha sottoscritto buoni fruttiferi per il valore di 7mila euro. Soldi dello Stato che insomma venivano incassati e utilizzati da noti criminali, anziché da persone realmente indigenti.

Reddito di cittadinanza ai boss della Locride

Emblematica anche denominazione dell’operazione “Tantalo”, dal nome del personaggio del mito greco che gli Dei decisero di gettare nel Tartaro condannandolo ad avere per sempre fame e sete impossibili da placare. Ma chi erogava i buoni alimentari ai criminali in questione? Direttamente i Comuni, con gli indagati che hanno aderito ai bandi pubblici fornendo dichiarazioni false, sostenendo cioè di essere in condizioni di difficoltà economica e di indigenza. Gli accertamenti effettuati hanno consentito ai militari di dimostrare che circa un terzo dei denunciati “risulta avere legami di parentela con soggetti appartenenti a ‘ndrine o a famiglie di interesse operativo”. Ad esempio a  San Luca compaiono i familiari dei Pelle “Vanchelli”, i Vottari “Frunzu” e gli Strangio “Jancu”. Mentre ad Africo vi sono parenti dei boss della cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara.

Sussidi statali percepiti da criminali

Ma non è tutto, perché un’altra operazione, denominata “Jobless Money 2”, ha permesso ai carabinieri di denunciare 50 soggetti ritenuti percettori irregolari del reddito di cittadinanza, per un danno erariale pari a 357mila euro. E in questo caso a usufruire del sussidio erano familiari di elementi di spicco di un’altra cosca: la Bellocco-Pesce di Rosarno. Parliamo di parenti stretti di ‘ndranghetisti condannati per associazione mafiosa e boss del clan. Il sistema utilizzato è lo stesso scoperto con l’operazione “Tantalo”: false attestazioni sull’effettivo reddito e sulla residenza. A tal punto che i militari dell’Arma hanno scoperto casi di familiari conviventi che percepivano più redditi di cittadinanza. Insomma se l’inutilità dei navigator è ormai appurata, iniziano a sorgere forti dubbi anche sulla capacità di evitare truffe da parte di chi si approfitta vergognosamente di un sussidio statale pensato per contrastare la povertà.

Alessandro Della Guglia

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3 comments

Fabio Crociato 8 Dicembre 2020 - 9:46

E chi è solo povero materialmente, si vergogna a chiedere! Devi andarlo a cercare…
Circa i Navigator, imparino e si documentino tra i foresti che ci sanno fare ben più di loro! Vergogna, vergogna e ancora vergogna!

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Reddito di cittadinanza a più di 20 boss. Sottratti allo Stato 330mila euro: così il M5S "finanzia" la mafia - Rassegne Italia 23 Dicembre 2020 - 11:17

[…] la disuguaglianza e l’esclusione sociale ma che sempre più spesso finisce nei portafogli di criminali e persone che non ne avrebbero […]

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Camorristi con il reddito di cittadinanza. A Napoli 120 indagati e sequestri per oltre un milione di euro – Notizie Dal Mondo 29 Gennaio 2021 - 3:21

[…] controlli, il reddito di cittadinanza sempre più spesso finisce nelle tasche di veri e propri criminali, fatto ben più grave rispetto ai soliti “furbetti”, che pure sono tanti. […]

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