Roma, 7 mar – La Procura di Roma ha chiesto l’ergastolo per Finnegan Lee Elder e Gabriele Natale Hjorth, i due studenti accusati dell’omicidio di Mario Cerciello Rega. Il vicebrigadiere dei Carabinieri fu ucciso a coltellate nel luglio del 2019 nel corso di un’operazione antidroga.
Cerciello Rega colpito con 11 fendenti
I giovani erano alla ricerca di cocaina e si erano rivolti ad uno spacciatore nordafricano. Questi li avrebbe però truffati, al che gli americani gli avrebbero sottratto borsa e cellulare. Il pusher (finito poi ai domiciliari) si era così rivolto alle forze dell’ordine, accordandosi nel frattempo con i due studenti per il “cavallo di ritorno”: 100 euro per avere indietro il maltolto. All’incontro si erano però presentati due agenti in borghese. Ne nacque una colluttazione nella corso della quale Cerciello Rega ebbe la peggio, colpito mortalmente con 11 fendenti.
I responsabili furono individuati nel giro di poco tempo. Uno di essi confessò quasi subito, dopo 10 ore di interrogatorio. Ieri la requisitoria del pm Maria Sabina Calabretta, che nelle quattro ore di arringa ha parlato di “una aggressione, un attacco sproporzionato e micidiale: una azione univoca per uccidere, la finalità era uccidere“. Tanto più che Cerciello Rega non poteva difendersi, in quanto disarmato: “Non fu legittima difesa. Entrambi gli imputati sono andati all’incontro preparandosi, erano pronti a tutto anche allo scontro fisico per raggiungere il loro obiettivo”.
Il pm chiede il carcere a vita
“I carabinieri si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio. Ssi sono avvicinati frontalmente, non alle spalle. Cerciello Rega non è stato ammazzato con una coltellata ma con undici fendenti. La giovane età degli imputati e il fatto che siano incensurati non tolgono gravità ai fatti”, ha proseguito il magistrato, parlando di un’ingiustizia “che è stata commessa contro un uomo buono, che stava lavorando”.
“Non deve succedere di ucciderlo un’altra volta. Per lui, strappato ai suoi cari per sempre, devono parlare tutte le cose che abbiamo ricostruito”, ha concluso, motivando la richiesta di condanna per il carcere a vita. Nei prossimi giorni la sentenza.
Nicola Mattei
2 comments
Che splendido caso, uno spacciatore magrebino che va dagli sbirri per avere giustizia e questi, invece di sbatterlo dentro, lo prendono pure in considerazione, si mettono al suo servizio e uno di loro ci lascia le penne. Avanti così che andiamo proprio bene.
Chiedere pure la condanna, anche alla memoria, per coloro i quali hanno consentito in ogni modo che l’ Italia diventasse terra di stupefacenti di ogni genere e tipo… Undici fendenti dal giovane turista tossico!! Peggio della Olanda delle canne!