Roma, 30 mag – Non erano turisti, erano agenti dei servizi segreti. Tra le vittime del tragico naufragio di domenica sul Lago Maggiore, c’erano almeno tre 007, due italiani dell’Aise e uno israeliano del Mossad. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno recuperato quattro corpi in tutto:i due uomini e due donne. Sappiamo chi sono le vittime, permane il mistero su cosa stessero facendo a bordo della Love Lake, per quanto alcuni dettagli inizino a saltar fuori. Nel naufragio hanno perso la vita due italiani: Claudio Alonzi, 62 anni, coniugato e padre di due figli e Tiziana Barnobi, 53 anni, coniugata e madre di un figlio ancora minorenne. Morti anche Anya Bozhkova, cittadina russa e moglie dello skipper dell’imbarcazione Claudio Carminati (che si è salvato) e Shimoni Erez, 53enne israeliano.
Naufragio Lago Maggiore, chi erano gli 007 italiani e l’agente del Mossad
Claudio Alonzi era uno 007 italiano, dipendente dell’Aise (il servizio segreto italiano per l’estero=, come confermato da una nota ufficiale dell’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano e vertici del comparto” che esprimo “vicinanza e dolore per il tragico evento ai familiari delle vittime”.
Tiziana Barnobi, come il collega Alonzi, apparteneva al Comparto intelligence. Era originaria di Trieste, dove si era laureata in Economia, per poi frequentare l’Isda, l’Istituto superiore di direzione aziendale e trasferirsi a Roma.
Anya Bozhkova, di origine russa, una ventina d’anni fa si era trasferita a Sesto Calende a fare la badante. Era la moglie del comandante dell’imbarcazione, adesso sotto choc per la tragedia.
Shimoni Erez, era un “pensionato delle forze di sicurezza”, probabilmente già appartenente al Mossad. A riferirlo è il ministero degli Esteri a Gerusalemme, specificando che la famiglia della vittima è stata avvertita e il “console israeliano a Roma, assieme con il Dipartimento degli israeliani all’estero del ministero, sta operando per portare la salma in Israele”.
Cosa stavano facendo sulla barca
Non vi sono versioni ufficiali, ma stando a quanto ricostruito dal Corriere della Sera, gli agenti italiani e israeliani, alla vigilia del naufragio non avevano in programma una gita sul lago. Si erano incontrati per uno scambio di documenti, poi però gli israeliani avevano perso l’aereo di ritorno e avevano di conseguenza deciso di prolungare la sosta in Italia per altri due giorni. Di qui l’escursione la decisione di fare un’escursione sul Lago Maggiore. L’imbarcazione utilizzata però, una navetta olandese del 1982, poteva ospitare un massimo di 15 passeggeri. A bordo, tra donne e uomini, pare ci fossero otto persone in più. Questo avrebbe provocato il naufragio, ma è al momento soltanto un’ipotesi investigativa.
Alessandro Della Guglia
3 comments
Mamma che cojoni.
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