Lecce, 30 nov – Può una pigna far incazzare l’Arcigay? Certo, che domande. Innanzitutto la risposta è «sì» perché i militanti Lgbt si offendono anche per la disposizione delle nuvole nel cielo, se la giudicano «omofoba» o «transfobica»; figuriamoci quindi se qualcuno utilizza l’espressione «pigna in c*lo», locuzione volgare che indica un compito gravoso, scomodo, seccante. Avendo quest’ultima un’accezione «negativa», sempre secondo la gay polizei, ed indicando l’introduzione di un assai poco anatomico oggetto in orifizi non preposti alla riproduzione, i pasionari dell’Arcigay si sono – per l’appunto – inalberati.
La pigna della discordia fa impazzire l’Arcigay
E’ successo in provincia di Lecce, dove l’associazione Lgbt se l’è presa con l’amministrazione della città di Martano, «rea» di avere diffuso una campagna di sensibilizzazione sull’uso delle mascherine poco in linea con la sensibilità gay. «Non passare da stupido, indossa la mascherina», è il monito lanciato dal Comune. Che prosegue in maniera decisamente scanzonata, verosimilmente strizzando l’occhio ai più giovani: «Capirei se ci chiedessero di mettere una pigna nel culo, ma è semplicemente una mascherina davanti a naso e bocca».
Il monopolio dell’Arcygay sulla parola c*lo
L’ennesima inutile battaglia sul linguaggio
Cristina Gauri
4 comments
I ” Deviati ” sono patetici, come sempre. Però, la comunicazione del comune mi sembra veramente fuori luogo, volgare e scurrile. Primo, si poteva trovare una similitudine differente, secondo, almeno usare un sinonimo: deretano, sedere, glutei, etc. Sono lo specchio di una società imbarbarita, anche nella comunicazione, la nostra lingua ha molteplici sfumature lessicali, usare certe terminologie, nei messaggi istituzionali, è indice di pochezza culturale. Forse, questi ” Boscimani ” del comune di Martano, conoscono solo questo termine per indicare le terga, altrimenti, la declinazione britannica; dovrebbero tornare a studiare, prima di sedere in consiglio comunale.
Poveracc***! Che esseri tristi, nonostante siano gay! C’è anche da dire che, senza strizzare l’occhio a nessuno o scendere nel triviale (che potrebbe offendere, oltre che gli ipersensibili lgbt, anche il buon gusto o le persone più morigerate) le amministrazioni hanno a disposizione, pagata dai cittadini, la Polizia Locale/Municipale per convincere all’uso della mascherina.
[…] “Mettere la mascherina non è come una pigna in c*lo”. E… […]
Una pigna nel culo ai frosci piace.