Roma, 15 giu – Qualche politico stamani ha incautamente plaudito al successo della diplomazia italiana per la chiusura del caso Marò. Parole che stonano dopo anni di calvario subito dai nostri soldati. E adesso le mogli dei fucilieri di Marina vanno all’attacco.
Marò, il j’accuse delle mogli
Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre, si sfoga così: “Da 9 anni sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto. È ora di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuol dire. Quello che so – dice Moschetti all’Ansa – è che per la politica italiana siamo stati carne da macello. Presto Massimiliano si presenterà alla procura di Roma”.
“Interessante leggere i ringraziamenti del Ministro Di Maio nei confronti di chi ha lavorato sodo, ma prima di tutti è importante ringraziare i due soldati che si sono sacrificati alla sottomissione indiana per tanti anni che mai più gli saranno restituiti”. E’ quanto dichiarato all’Ansa da Vania Ardito, moglie di Salvatore Girone. “Adesso – dice – auspichiamo in una rapida risoluzione per la conclusione definitiva del caso in Italia”. “Abbiamo appreso ufficiosamente la notizia, finalmente si è concluso un caso che si sarebbe dovuto concludere in nove giorni ma ci sono voluti più di nove anni. Aspettiamo di ricevere notizie ufficiali – conclude Ardito – per conoscere nei dettagli gli esiti della sentenza ancora oscuri”.
La decisione della Corte Suprema indiana
Oggi la Corte Suprema indiana ha infatti chiuso tutti i procedimenti contro Salvatore Latorre e Massimiliano Girone, accusati senza alcun fondamento di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala (Stato dell’India del Sud) a febbraio 2012. Nove anni di assurdo accanimento nei confronti dei nostri soldati da parte delle autorità giudiziarie indiane. Le quali adesso non ammettono di fatto l’inconsistenza – che tale è – dell’accusa, ma chiudono il caso dopo aver accettato la scorsa settimana il deposito del risarcimento di 100 milioni di rupie, circa 1,1 milioni di euro. La Corte Suprema indiana ritiene “ragionevole e adeguato” il risarcimento, riportano i media locali. Oltretutto gli stessi giudici indiani avevano rinviato la chiusura del caso lo scorso 19 aprile, poiché l’indennizzo che l’Italia doveva versare alle famiglie dei pescatori non era stato ancora depositato.
Il legale di Latorre: “A Massimiliano sempre negata possibilità di dire la sua verità”
Ora i Marò attendono di archiviare definitivamente questa incredibile vicenda e verranno ascoltati al riguardo nelle prossime settimane in Procura a Roma. Ricordiamo che a luglio 2020 il Tribunale internazionale dell’Aja decise che la competenza giurisdizionale spetta all’Italia. La conclusione delle indagini, a questo punto, dovrebbe arrivare entro l’estate. Intanto le parole di Fabio Anselmo, avvocato di Massimiliano Latorre, fanno eco a quelle della moglie del fuciliere di marina. “A Massimiliano – dice Anselmo all’Ansa – è stata sempre negata la possibilità di dire la sua verità e la sua versione dei fatti, ma a breve Massimiliano potrà essere sentito dai pm della Procura di Roma, nei confronti della quale abbiamo la massima fiducia, e lì non ci sarà nessun segreto militare che tenga”.
Eugenio Palazzini
1 commento
Secondo me dovevano andare in galera. che poi pagando lindia ha chiuso un occhio ma rimangono sempre due maro’ assassini