Roma, 12 feb – Lo scenario davanti al quale siamo oggi nel Mar Rosso, con i continui attacchi dei ribelli Houthi alle imbarcazioni occidentali (aumentano così i rischi in una zona già altamente problematica), rappresenta uno dei principali e più delicati snodi di politica internazionale. Come già riportato, l’interesse italiano per la questione si è palesato in questo periodo come uno dei punti principali dell’agenda estera. La notizia, inizialmente avvolta nel mistero, alla fine è arrivata: l’Italia sarà alla guida dell’Operazione Atalanta, la missione diplomatico-militare dell’Unione europea per prevenire e reprimere gli atti di pirateria marittima lungo le coste del Corno d’Africa.
L’Italia guiderà Atalanta e le operazioni Ue nel Mar Rosso
In particolare, sarà il contrammiraglio Francesco Saladino a coordinare per i prossimi sei mesi l’operazione antipirateria tra Mar Rosso e Somalia nata nel 2008. “Abbiamo ottenuto grandi risultati nel Mar Rosso appena pochi giorni fa e ora siamo pronti di nuovo per operare sotto la bandiera europea“, queste le parole del contrammiraglio a bordo della nave Martinengo. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso la sua visione sul ruolo di direzione che avrà nel prossimo futuro l’Italia: “Siamo consapevoli delle sfide che ci aspettano ma siamo anche consapevoli della nostra capacità di affrontarle con successo, grazie alla professionalità e l’esperienza delle nostre forze armate oltre che alla solida collaborazione con i nostri alleati e partner internazionali”.
Basta con l’immobilismo europeo
L’investitura dell’Italia a guida delle operazioni europee nelle zone del Mar Rosso e del golfo di Aden, proprio in uno dei momenti più delicati per l’intera area, non può che essere vista con occhio positivo. Altresì vero che Atalanta esiste da più di 15 anni e, a parte interventi di scorta e aiuti umanitari sotto lo stretto controllo della Nato, non ha mai avuto una reale funzione di salvaguardia di un “interesse europeo”. La necessità di un’azione degli Stati europei in tutela delle proprie navi è d’obbligo di fronte allo scontro in atto tra Houthi e forze angloamericane. Nonostante in pochi mesi si siano aperti diversi fronti bellici in Medio Oriente (con il rischio di una escalation militare dietro l’angolo), la possibile rinnovata mobilitazione di una “difesa comune europea” non può che essere la strada da percorrere per affrancarsi da ingerenze esterne.
Andrea Grieco