Verona, 30 mag – La Melegatti è ufficialmente fallita. Lo ha stabilito ieri il giudice che presiede il collegio del Tribunale di Verona, Giulia Rizzuto. Viene scritta così la parola fine su una storia che è iniziata nel 1894, quando Domenico Melegatti depositò il brevetto del pandoro.
Il Tribunale ha accolto l’istanza presentata venerdì dal pubblico ministero Alberto Sergio, constatata la pesante situazione debitoria di Melegatti, il cui debito si stima ammonti a 50 milioni di euro. Recentemente il fondo americano D.E. Shaw & C. aveva presentato un piano di salvataggio e la previsione di un investimento di 20 milioni di euro per rilanciare la società fondata da Domenico Melegatti, ma l’affare non è mai andato a buon fine. Così come mai si sono concretizzate le ipotesi di aiuto da parte del fondo maltese Abalone e del marchio trevigiano di caffè Hausbrandt.
Secondo i dipendenti il fondo americano stava “alacremente lavorando” ma “inspiegabilmente non è stato preso in considerazione, mentre al contrario si sono avvicendate tante situazioni e soluzioni particolarmente curiose” per salvare l’azienda che da tempo versava in uno stato di difficoltà.
A nulla sono valse le tante mobilitazioni per salvare l’azienda. Inutile la campagna social partita sotto Natale per salvare il pandoro più famoso d’Italia. Inutile l’impegno dei dipendenti a vegliare a turno sul lievito madre per non farlo morire. È stato tutto inutile, anche la lettera-manifesto intitolata “La Melegatti siamo noi” che i dipendenti hanno pubblicato sul quotidiano L’Arena di Verona, nella quale hanno rivolto un appello al giudice del Tribunale. “In questa triste storia che viviamo sulla nostra pelle e su quella delle nostre famiglie, vicenda con tantissimi lati poco chiari, anche noi dipendenti, autonomamente, vogliamo dire la nostra” hanno scritto i lavoratori.
Per i 350 tra dipendenti diretti e lavoratori stagionali si sono aperte le porte della disoccupazione. Insieme alla Melegatti è stato dichiarato il fallimento anche della Nuova Marelli, controllata da Melegatti dal 2011.
Anna Pedri
La Melegatti è fallita. A casa i 350 dipendenti
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1 commento
Ringraziamo i governi piddini e i sindacati comunistelli………povera Italia.