Milano, 5 feb – Rubavano soldi destinati alla solidarietà: accusate e indagate sette persone, tra cui impiegati delle Poste. La polizia di Stato e la polizia locale di Milano hanno eseguito un’ordinanza nei confronti di sette persone ritenute responsabili del furto di valuta straniera. Soldi provenienti da Paesi dell’estremo Oriente, in particolare dal Giappone.
Impiegati delle Poste rubavano soldi per la solidarietà
Secondo quanto riporta Adnkronos, si tratta di due uomini di 46 e 51 anni e una donna di 40, con i due complici di 46 e 55 anni. Gli indagati sono stati sottoposti dal gip di Milano all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nonché all’obbligo di permanenza nel comune di residenza con divieto di allontanamento dall’abitazione. Le accuse contro di loro sono di furto pluriaggravato e riciclaggio. Un altro 45enne e una 40enne sono invece indagati.
Sottratti oltre 350mila euro
Le indagini “hanno evidenziato come tre impiegati delle Poste e quattro loro complici abbiano, nel corso degli anni, sottratto oltre 350mila euro. Questo, infatti, sarebbe il valore della valuta estera sottratta negli anni dalla corrispondenza arrivata al centro di smistamento di Poste italiane di Linate e destinata a opere caritatevoli. O quale corrispettivo per l’acquisto di amuleti di buona sorte”, riportano gli inquirenti.
I cambi di valuta sospetti
Yen giapponesi e dollari australiani, secondo l’accusa, venivano cambiati in euro con regolarità presso gli sportelli cambiavalute situati nei luoghi di maggiore affluenza a Milano. Questo per confondersi tra la moltitudine di cittadini e clienti presenti. L’indagine è scattata grazie ad alcune segnalazioni giunte dalle agenzie di cambio presenti presso l’aeroporto di Linate. Anomale erano le frequenti richieste di cambio valuta giapponese e australiana, canadese, americana, ma anche sterline, franchi svizzeri, compiute sempre dalla stessa persona.
I dipendenti delle Poste specializzati nell’individuare le buste con i soldi
Gli accertamenti iniziali hanno portato a individuare quel cliente in un dipendente di Poste Italiane addetto allo smistamento dei sacchi di corrispondenza proprio nel centro di Linate. L’attività investigativa ha consentito di accertare come gli ingenti cambi coinvolgessero anche altre persone. Grazie anche alle riprese video all’interno dell’ufficio di smistamento postale, gli investigatori “sono riusciti a ricostruire tanto il modus operandi quanto il coinvolgimento di altri impiegati”.
All’interno del centro smistamento, gli addetti coinvolti nei furti si erano specializzati nell’individuazione delle buste contenenti valuta estera. Tali buste venivano prima nascoste, ad esempio sotto i vestiti, e poi riposte negli zaini al fine di uscire in tutta sicurezza dal luogo di lavoro senza essere notati dagli altri colleghi. Per poi effettuare il cambio in appositi sportelli cambio esterni, spiegano gli investigatori.
Un giro nelle agenzie di cambio di Milano e di altre città del centro nord
“La frequenza dei furti e l’ingente mole di denaro sottratto” era tale da dover implicare la partecipazione di complici esterni alle Poste. Questi soggetti esterni andavano presso le agenzie di cambio più affollati della città di Milano, come quelli presenti in stazione Centrale e in zona Duomo. Ma anche, come accertato dalle ricevute rinvenute, in agenzie di cambio di altre grandi città italiane del centro nord.
Ludovica Colli
1 commento
Scusate ma io sono notoriamente ignorante.
Quando truffano il cittadino su mandato dello Stato
https://massimosconvolto.wordpress.com/2020/03/14/rai-ti-truffa-di-piu/
va bene ma se truffano “in proprio” non va bene e sono ladri?
Qualcosa non mi torna 🙁