Roma, 1 ott – Lo chiamano il “pistolero”, soprannome guadagnato nel 2009, quando in una delicata operazione a Tor Bella Monaca sparò alle ruote di una macchina, che a sua detta “aveva cercato di investirlo”. Sono passati sette anni ma il vice comandante della Polizia Locale di Roma Antonio Di Maggio, sembra mantenere intatta la passione per le azioni in stile “Squadra Speciale Cobra 11”. E’ lui infatti ad aver condotto le operazioni dello sgombero delle due famiglie italiane in via del Colosseo a Roma, costata vari arresti tra cui quello del vice presidente di CasaPound Italia, Simone Di Stefano. Tra urla, ammanettamenti da film americano e mobili lanciati dal primo piano, l’operazione non passerà alla storia certo per i metodi ortodossi.
Lo stile sopra le righe però, sembra proprio essere un marchio di fabbrica di Di Maggio e i suoi uomini. Il Gruppo di cui Di Maggio è dirigente, ma del quale sembra essere più una sorta di capo tribù, si chiama Spe (Sicurezza Pubblica ed Emergenziale), una specie di forza speciale dei vigili urbani, dediti esclusivamente al contrasto all’abusivismo e agli sgomberi. “Quelli di Di Maggio sono una banda di esaltati. Lui li sceglie apposta”, racconta al Primato Nazionale un membro del corpo della Polizia Locale di Roma che preferisce per ovvie ragioni di rimanere anonimo. I racconti fatti dal alcuni dei fermati al termine dello sgombero di giovedì scorso sembrerebbero confermare questa tesi, visto che i membri dello Spe sarebbero arrivati a minacciare di tradurre in carcere persone solo per aver fatto dei video con il telefono, mentre alti si sarebbero fatti del “selfie” mentre ammanettavano dei ragazzi, per mandarlo alla moglie “così le faccio vedere che non faccio solo le multe”.
L’accusa di essere un “coatto” nei confronti di Di Maggio circola molto negli ambienti capitolini, soprattutto tra i vari corpi delle forze dell’ordine. Voci che lui non fa nulla per smentire, visto che tra pistole e spray urticanti utilizzate in varie operazioni, oltre alle “ruspe della legalità” messe in atto ad Ostia quando gli fu conferito l’incarico ad interim di comandante del X Gruppo Mare, sembra proprio che Di Magio punti su questo suo profilo di poliziotto molto “risoluto” per far carriera. Una strategia che sembra stia per dare i propri frutti, visto che la neo sindaca Virginia Raggi starebbe pensando proprio a lui come sostituto di Raffaele Clemente, l’attuale comandante dei vigili urbani di Roma. Questo spiegherebbe ulteriormente la necessità di Di Maggio di farsi “propaganda”, utilizzando il pugno di ferro nello sgombero del Colosseo, proprio ora che la battaglia per diventare il nuovo comandante sembra giunta al rush finale. Una “gratificazione” personale che potrebbe portare Di Maggio a guadagnare ben 170 mila euro all’anno, visto che ora come vice comandante ne guadagna “solo” 129 mila.
Un brutale esecutore senza scrupoli, uno che anche nel contrasto a Mafia Capitale sembrerebbe aver dato il suo contributo da “duro”. Per questo sarebbe entrato nelle grazie della Raggi. Eppure il nome di Antonio Di Maggio compare nelle intercettazioni di Mafia Capitale . In una telefonata con il ras delle cooperative Salvatore Buzzi, Di Maggio sembra suggerire una possibile spiegazione sulla causa di un rogo di un quadro elettrico in un campo rom sulla via Pontina gestito da Buzzi. “Ma non credi che quelli facciano sta cosa per tornare in possesso del campo come era con Luca Odevaine, che vogliono i soldi loro”, dice Di Maggio. Buzzi: “Probabilmente, probabilmente è pure un tentativo di tornare a Tor de’ Cenci”. Il vice capo dei vigili cerca di spiegarsi meglio: “No, che vogliono loro i soldi, capito?” e il ras delle cooperative: “Ah, ma quello da mo’ che li vogliono…”. Non siamo noi a dire che Di Maggio stesse tentando una mediazione con Luciano Casamonica che era intenzionato ad ottenere direttamente la gestione (economica) del campo. Lo dicono altri giornali. In ogni caso anche rispetto alle modalità dello sgombero dell’immobile in via del Colosseo, non tutto quanto sembra chiaro. Chissà che oltre alla volontà di Di Maggio di fare carriera sulla pelle di due famiglie italiane, dietro non ci sia qualcosa di più grosso.
Davide Romano
5 comments
Forti coi deboli e deboli coi forti, una filosofia di vita molto comune .
In Italia chiunque delinque e non gli va come vuole diventa in automatico “un debole”
Scrive La Repubblica: “…Nello stabile – si legge nel comunicato stampa della municipale – erano presenti numerose persone che hanno ostacolato l’intervento degli agenti dapprima dalle finestre, gettando in strada masserizie e suppellettili e lanciando verso gli operanti farina, olio, uova, conserve di pomodori e altri materiali…”
In Italia chi, anziché starsene imboscato al bar, fa il proprio dovere, in questo caso DIFENDERE IL DIRITTO ALLA CASA POPOLARE, dai soprusi dei delinquenti che pretendono la casa gratis e occupano, viene coperto di fango accusandolo di abusi e di farlo per la carriera personale.
A onor del vero preferisco 1000 volte un’agente di Polizia Urbana come Di Maggio rispetto a quei vigili sfaticati e senza palle che se ne stanno buona parte della mattina al bar a cazzeggiare e pronti a voltare l’angolo se vedono casino , traffico multe da dare o problemi da risolvere. Lo vedo io stesso ogni giorno.