Roma, 2 ago — Doveva essere un sabato sera di relax, da passare all’aperto nella cornice artistica e culturale della Carmen al teatro dell’Opera estivo a Caracalla: ma è finito nel più amaro dei modi, con il furto dello zaino ritrovato successivamente in un campo rom grazie al Gps, e il rifiuto della polizia di intervenire per recuperarlo. E’ la brutta avventura, riportata dal Messaggero, capitata a un ragazzo romano di nome Luca.
Gli rubano lo zaino, lo ritrova al campo rom
«Avevo parcheggiato la macchina in largo Bruno Baldinotti a pochi passi da Caracalla. Finita l’opera ci siamo incamminati verso l’auto e mentre ci avvicinavamo ho notato che diverse auto parcheggiate avevano i finestrini rotti. Ho pensato subito a qualche vandalo e ho sperato che la mia macchina si fosse salvata», racconta al quotidiano. Con suo grande disappunto, il giovane scopre che «Il finestrino posteriore destro era rotto e il sedile posteriore era stato divelto. Ho subito notato che mancava uno zainetto dentro il quale avevo messo dei vestiti di ricambio e l’Apple watch».
Luca verifica che l’orologio è ancora acceso «e il gps, tramite l’app Find my watch, lo localizzava in via Candoni 80», zona Magliana: una vasta area — quasi 15mila metri quadri di terreno incolto — all’interno della quale è ubicato un campo rom. Una baraccopoli formata da un centinaio di container-baracche fatiscenti sprofondata nel degrado, nella sporcizia e nella quali vivono, o sopravvivono, circa 800 persone, di cui 200 minorenni.
Ma nessuno può intervenire
«Arrivato lì ho subito individuato la volante della polizia alla quale ho mostrato il telefono con la localizzazione attiva. I due agenti però che mi hanno spiegato che quello è un campo rom di difficile gestione e mi hanno detto di stare attento e di non addentrami. Anzi mi hanno chiesto di far suonare l’orologio (c’è una funzione che lo consente) e loro avrebbero provato a rintracciarlo». Il giovane segue le istruzioni dei due agenti, che però «hanno fatto solo un giro limitrofo. Non sono entrati», perché non riuscendo a sentire la suoneria dell’apparecchio nonostante l’esatta posizione indicata dal gps, le forze dell’ordine non potevano perquisire le roulotte presenti senza mandato. Nulla di fatto, il giovane è costretto a tornare a casa a mani vuote. «Di fatto mi sono sentito beffato due volte: mi avevano rubato l’orologio e nonostante avessi individuato il punto esatto la polizia non poteva fare nulla di più».
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Terza Opzione:
Ricorrere alle guardie svizzere.
Una telefonata a Bergoglio e sarebbero subito arrivate.
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