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Pisa, 18 lug – Lei, studentessa ventenne che nel pomeriggio di sabato 11 luglio sale a Livorno su uno dei tanti treni regionali che portano a Pisa. Lui, coetaneo extracomunitario senza precedenti penali e dotato di carta di soggiorno che – consueto orribile borsone di nylon al seguito – disgraziatamente sale sullo stesso vagone vuoto.
Pochi attimi e, come si vede chiaramente nel video girato da una telecamera a bordo treno, il giovane delinquente inizia a importunare la sfortunata ragazza, a rincorrerla brevemente nel vagone, afferrandola, gettandola a terra e stuprandola.
Grazie alla pronta denuncia del fatto al capotreno eseguita dalla studentessa, e agli elementi raccolti nel video, la Polfer interveniva immediatamente all’arrivo del treno a Pisa, scovando lo stupratore nascosto come uno scarafaggio in una toilette dello stesso treno.
https://youtu.be/niMUwtsXi7c
Non sono state rese note, ovviamente, le generalità della sfortunata ragazza, né quelle del criminale, che nel video si riconosce soltanto come un uomo di colore, probabilmente piuttosto alto e robusto. Che dio solo sa per quale ragione avesse ottenuto la carta di soggiorno: magari per ragioni di famiglia, perché a giudicare dal borsone al seguito il suo lavoro non doveva essere così regolare.
L’ennesimo episodio, in ogni caso, che racconta di una terra di nessuno, quella dei treni regionali, dove criminali stranieri e prostitute nigeriane la fanno da padroni, in cui le nostre donne possono salire a proprio rischio e pericolo. Perfino nell’accogliente paradiso rosso toscano costruito da Enrico Rossi e dal Pd da sempre padrone di queste terre.
Un evento che arricchisce, si fa per dire, l’incredibile statistica già illustrata su queste colonne che vede nove volte maggiore la probabilità che uno straniero sia uno stupratore rispetto a un Italiano.
Se, infine, è storicamente un fatto che uno dei bottini di guerra siano le donne del nemico, ebbene questa invasione è una guerra che stiamo perdendo e ogni segnale di reazione è un tesoro sul quale costruire la riscossa.
Francesco Meneguzzo
Pisa, 18 lug – Lei, studentessa ventenne che nel pomeriggio di sabato 11 luglio sale a Livorno su uno dei tanti treni regionali che portano a Pisa. Lui, coetaneo extracomunitario senza precedenti penali e dotato di carta di soggiorno che – consueto orribile borsone di nylon al seguito – disgraziatamente sale sullo stesso vagone vuoto.
Pochi attimi e, come si vede chiaramente nel video girato da una telecamera a bordo treno, il giovane delinquente inizia a importunare la sfortunata ragazza, a rincorrerla brevemente nel vagone, afferrandola, gettandola a terra e stuprandola.
Grazie alla pronta denuncia del fatto al capotreno eseguita dalla studentessa, e agli elementi raccolti nel video, la Polfer interveniva immediatamente all’arrivo del treno a Pisa, scovando lo stupratore nascosto come uno scarafaggio in una toilette dello stesso treno.
https://youtu.be/niMUwtsXi7c
Non sono state rese note, ovviamente, le generalità della sfortunata ragazza, né quelle del criminale, che nel video si riconosce soltanto come un uomo di colore, probabilmente piuttosto alto e robusto. Che dio solo sa per quale ragione avesse ottenuto la carta di soggiorno: magari per ragioni di famiglia, perché a giudicare dal borsone al seguito il suo lavoro non doveva essere così regolare.
L’ennesimo episodio, in ogni caso, che racconta di una terra di nessuno, quella dei treni regionali, dove criminali stranieri e prostitute nigeriane la fanno da padroni, in cui le nostre donne possono salire a proprio rischio e pericolo. Perfino nell’accogliente paradiso rosso toscano costruito da Enrico Rossi e dal Pd da sempre padrone di queste terre.
Un evento che arricchisce, si fa per dire, l’incredibile statistica già illustrata su queste colonne che vede nove volte maggiore la probabilità che uno straniero sia uno stupratore rispetto a un Italiano.
Se, infine, è storicamente un fatto che uno dei bottini di guerra siano le donne del nemico, ebbene questa invasione è una guerra che stiamo perdendo e ogni segnale di reazione è un tesoro sul quale costruire la riscossa.
Francesco Meneguzzo