Roma, 19 ago – Le discoteche restano chiuse, almeno per il momento. Il Tar infatti dice no alla sospensione cautelare urgente dell’ordinanza anti-movida, perché – è la motivazione – “prevale l’interesse pubblico alla tutela della salute“. Come è noto, il 16 agosto il ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato un’ordinanza per il contenimento e la gestione della (presunta) emergenza epidemiologica da coronavirus, vietando il ballo in ogni dove e introducendo l’obbligo tassativo di mascherina all’aperto dalle 18 alle 6. Il tutto fino al 7 settembre. I gestori delle discoteche hanno fatto ricorso ma oggi il presidente della terza sezione quater del Tribunale amministrativo del Lazio ha respinto la richiesta del Silb-Fipe-Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo con un decreto monocratico. E’ stata già fissata al 9 settembre l’udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale del ricorso.
Il decreto del Tar del Lazio
“Nelle premesse del provvedimento impugnato si richiama la ‘comune volontà della Conferenza dei presidenti delle Regioni e del ministero dello sviluppo economico di aprire con immediatezza un tavolo di confronto con le Associazioni di categoria, al fine di individuare interventi economici di sostegno nazionale al settore interessato'”. Si legge nel decreto del Tar. Ebbene, “nel bilanciamento degli interessi proprio della presente fase del giudizio, la posizione di parte ricorrente risulta recessiva rispetto all’interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto” e “tale interesse costituisce l’oggetto primario delle valutazioni dell’Amministrazione, caratterizzate dall’esercizio di un potere connotato da un elevato livello di discrezionalità tecnica e amministrativa in relazione alla pluralità di interessi pubblici e privati coinvolti e all’esigenza di una modulazione anche temporale delle misure di sanità pubblica nella prospettiva del massimo contenimento del rischio”. Insomma, il Tar si allinea agli “espertoni” filogovernativi che parlano di rischi di focolai per colpa dei ragazzi che vanno a ballare o si assembrano nelle piazzette della movida.
I gestori: “Ora prolifererà l’abusivismo”
Dal canto loro, i gestori non ci stanno e accusano il governo. “Fino al 7 settembre staremo chiusi e ora prolifererà l’abusivismo“, è la denuncia di Maurizio Pasca, presidente del Silb Filp all’Ansa. “L’ordinanza del ministro non sta facendo altro che incentivare l’abusivismo – aggiunge Pasca – Siamo già in possesso di centinaia di video di feste abusive in ville che sfuggono a ogni controllo. In un filmato con giovani che addirittura si dichiarano positivi al Covid”. Ora, “2-3 milioni di giovani andranno in luoghi improvvisati e non sicuri, ai rave party illegali e a feste abusive“, conclude Pasca.
Adolfo Spezzaferro