Roma, 5 apr – “Il sistema corruttivo della Cpl era ben collaudato”. A parlare è Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali di Cpl Concordia, forse il primo pentito della vicenda che sta aprendo un vaso di pandora attorno al sistema delle cooperative rosse dell’Emilia. Simone è attualmente detenuto, insieme fra gli altri all’ex presidente di Cpl Roberto Casari, presso il carcere napoletano di Poggioreale. Durante i primo interrogatori ha cominciato ad entrare nel dettaglio di quella che sembra una storia destinata a non concludersi in breve tempo.
Il punto centrale attorno al quale ruoterebbero, stando alle dichiarazioni di Simone, le pratiche corruttive di Cpl Concordia, sono le consulenza. Non più quindi le “classiche” bustarelle da consegnare al politico, al dirigente, al tecnico, ma incarichi fittizi e subappalti ad aziende indicate dagli amministratori locali, che si occupavano poi di garantire l’aggiudicazione dei lavori pubblici alla cooperativa modenese, attiva nel settore energetico e con alle spalle una storia ultracentenaria.
Simone spiega che Cpl Concordia agiva costituendo delle società di scopo, una parte delle cui quote erano riservate a chi potesse aiutare ad oliare i meccanismi per vincere gli appalti. Una volta ottenuti, le quote sociali erano destinate a lievitare di valore, permettendo così di monetizzare l’investimento fatto. E’ così che sarebbe finito fra gli indagati l’ex sindaco di Procida ed ex parlamentare di An Luigi Muro, cui sarebbe stata assegnata una quota del 10/20% di una delle società, in virtù dei suoi buoni rapporti con l’attuale sindaco isolano. Cpl Concordia effettivamente vinse l’appalto, anche se ricercando sul suo sito ufficiale la notizia sembra essere stata cancellata, mentre compare ancora nella cache di Google.
Non solo consulenze e movimenti societari, ma anche i cari vecchi finanziamenti sempre al limite fra generosità e una mano che lava l’altra. Cpl Concordia non lesinava contributi e liberalità a buona parte dell’arco costituzionale, pescando pure nel mondo delle fondazioni. Ecco allora i 20mila euro per l’acquisto dei libri di Massimo D’Alema, le donazioni per le cene di Matteo Renzi, altri 20mila euro a sostegno della campagna elettorale di Virginio Merola, candidati sindaco a Bologna. Non solo centrosinistra e affini: sono in totale 5mila euro gli assegni staccati, ad esempio, a favore di Fratelli d’Italia in occasione delle elezioni europee.
Quello con la politica sembra essere il rapporto privilegiato da parte della cooperativa. Eppure, un altro filone sembra puntare più in alto. O più in basso, a seconda della prospettiva che si adotta. E’ il filone dei rapporti con la criminalità organizzata. Nello specifico, il nome è quello del capo di camorra Michele Zagaria, che “tramite dei prestanome era entrato nella Cpl Concordia, acquisendone delle quote societarie”, aveva spiegato durante un interrogatorio, reso davanti al pm Woodcock lo scorso settembre, il boss pentito Antonio Iovine. “Devo dire -continuava lo stesso Iovine- che noi abbiamo trovato terreno fertile con le imprese, anche grandi, che venivano da fuori zona e prendevano appalti. Quando ci siamo presentati per esempio a trattare con la Concordia per la realizzazione della rete del gas, abbiamo trovato facilmente un accordo nell’interesse di tutti”.
Filippo Burla