Roma, 25 set – Crisi economica, dramma energetico, inverno da profondo rosso? Macché, Papa Francesco è tornato per l’ennesima volta a parlare di accoglienza degli immigrati – anzi, per l’esattezza del “futuro con al centro i migranti” – tanto per non rischiare di cambiare argomento. D’altronde ormai da diversi anni insiste su questo punto. “Oggi ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Rinnoviamo il nostro impegno per l’edificazione di un futuro che metta al centro anche migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta. Il Regno di Dio si costruisce insieme con loro”, ha scritto Bergoglio su Twitter.
Materia, l’omelia del Pontefice
Poi, visto mai che a qualcuno sia sfuggito il cinguettio, il Papa ha affrontato meglio la questione durante l’omelia della Messa a Matera, che chiude il Congresso eucaristico nazionale della Cei. “Il nostro futuro eterno dipende da questa vita presente: se scaviamo adesso un abisso con i fratelli e le sorelle, ci ‘scaviamo la fossa’ per il dopo; se alziamo adesso dei muri contro i fratelli e le sorelle, restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte anche dopo”, ha detto il Pontefice. Il riferimento ai “muri”, in questo caso è stato però più sottile e al contempo esteso. Difficilmente contestabile, in termini cristiani, quanto poi specificato da Papa Francesco. “Le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione non possono lasciarci indifferenti”, ha affermato il Papa. “Oggi, insieme, riconosciamo che l’Eucaristia è profezia di un mondo nuovo, è la presenza di Gesù che ci chiede di impegnarci perché accada un’effettiva conversione: dall’indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità”.
Papa Francesco: “I migranti vanno accolti, promossi, integrati”
Almeno in questo caso ci ha risparmiato il solito sermone, la consueta tirata di orecchie a chi non si allinea alla sua visione delle porte aperte, che ovviamente Papa Francesco ritiene prerogativa insindacabile della Chiesa. Peccato per la conclusione del suo discorso, di nuovo incentrato sul tema a lui più caro e condito dalla solita retorica: “Impegniamoci tutti a costruire un futuro più inclusivo e fraterno. I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati”.
Alessandro Della Guglia
2 comments
Ma lui bergoglio , che come molti dicono se ne approfitta per la sede impedita ha chiesto agli italiani se i migranti li vogliono ?
Il suo nome è:
Invasione pacifica.