Roma, 23 mar – La – si spera – rivoluzione degli anticorpi monoclonali parte questa settimana. Stanno così arrivando in tutte le Regioni le partite dei farmaci che verranno utilizzati nelle prime fasi del Covid-19 per scongiurare lo sviluppo di forme più virulente della malattia.
La priorità assoluta sarà dei pazienti a rischio, vale a dire anziani e con patologie pregresse che potrebbero predisporli al peggioramento. Approvati dall’Aifa il 3 febbraio e autorizzati in Italia con un decreto d’emergenza firmato dal ministro della Salute Speranza, saranno somministrati anche senza il via libera a livello europeo dall’agenzia Ema. Sono due i monoclonali autorizzati: la combinazione di Eli Lilly e Regeneron, prodotto da Roche, quest’ultimo balzato agli onori della cronaca per aver guarito l’ex presidente Usa Trump.
Come si somministrano
L’Aifa specifica che la somministrazione del farmaco deve avvenire entro 10 giorni dalla comparsa dei sintomi. Oltre questo limite, gli anticorpi monoclonali non avranno effetto nel contrastare la diffusione dell’infezione nell’organismo. L’inoculazione del cocktail avverrà via endovena, in sede ospedaliera e regime di day hospital: i pazienti riceveranno l’infusione e potranno tornare a casa sotto stretta osservazione.
Il primo ospedale a partire è stato lo Spallanzani di Roma, contestualmente, a Verona, dove inoltre si stanno sperimentando, gli anticorpi monoclonali tutti italiani di Toscana Life Sciences, sotto la direzione del ricercatore Rino Rappuoli. Il farmaco di Rappuoli è ai primi test sull’uomo: sono 40 i volontari che testeranno il ritrovato. Negli studi preliminari ha dimostrato «una potenza neutralizzante tale per cui è sufficiente un dosaggio più basso».
La distribuzione in Italia degli anticorpi monoclonali
Il farmaco sarà destinato a 11 strutture ospedaliere del Lazio. In Toscana gli ospedali riceveranno per ora 1080 dosi dalla Eli Lilly, suddivise per 12 centri idonei a praticare il trattamento. «A giugno gli anticorpi li produrremo noi grazie al lavoro svolto da Toscana Life Sciences». Napoli ha cominciato ieri.
Cristina Gauri