Lamezia terme, 10 set — Un altro cadavere sulla coscienza di Chafik Elketani, il marocchino che il 5 dicembre 2010 ammazzò otto ciclisti di Lamezia Terme falciandoli mentre si trovava alla guida della propria autovettura. Lo straniero, 34 anni, ha provocato un altro incidente mandando all’obitorio un suo connazionale, Fennane Noureddine, 31 anni, che viaggiava accanto a lui. Ora Elketani dovrà rispondere di omicidio stradale davanti alla Procura di Catanzaro.
Il marocchino che ammazzò 8 ciclisti fa la sua nona vittima
Per la strage commessa nel 2010 Elketani scontò solo cinque anni di carcere — all’epoca non esisteva reato di omicidio stradale. Dall’inchiesta emerse che il marocchino era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti mentre era alla guida ed era sprovvisto di patente, ritiratagli sette mesi prima dalla Prefettura di Potenza per aver sorpassato un auto in un tratto di strada a striscia continua. Dopo l’arresto, cercò di giustificarsi dichiarando che uno dei ciclisti gli aveva tagliato la strada , «una circostanza che non risponde al vero» appurò il procuratore Salvatore Vitelli.
Si rivive lo strazio di 11 anni fa
In queste ora Lamezia Terme rivive lo strazio di quel 5 dicembre 2010. La notizia della nona morte provocata da Elketani ha comprensibilmente gettato i cittadini nello sgomento. Contattato dal Quotidiano del Sud si sfoga Gennaro Perri, fratello di Rosario, rimasto ucciso dalla sconsideratezza del marocchino. Il giorno dell’incidente Gennaro si salvò riportando alcune ferite. «Ma com’ è può essere possibile che questo ragazzo avesse ancora la patente?» si chiede l’uomo sbigottito. «Non ce l’ho con quel giovane, ma con il giudice che lo ha condannato e che gli ha consentito di riprendere la patente. La legge è da rivedere, altrimenti uno si alza la mattina e fa quello che vuole tanto non viene severamente punito come dovrebbe».
Cristina Gauri