Roma, 6 sett – Sta diventando una telenovela, quella della tragedia di Ustica raccontata da Giuliano Amato, il quale prima ha lanciato accuse dirette alla Francia, poi ha ritrattato e ieri, per l’ennesima volta, ha ri-confermato quanto asserito con un secco “non ritratto nulla” riferito alla ormai celebre intervista a Repubblica.
Ustica e Amato, una telenovela di cattivo gusto
Le ultime parole dell’ex premier sono direttissime: “Io non ho ritrattato nulla”. In realtà, l’ex presidente del Consiglio aveva ritrattato eccome, affermando di “non avere elementi nuovi”. Ma di questo ci interessa poco, visto che appartiene già al passato, sebbene le dichiarazioni e il loro contrario negli ultimi tre giorni si siano succedute alla velocità della luce. Su Ustica Amato ritorna in occasione di un incontro con la stampa estera avvenuto ieri, nel corso del quale l’ex premier e ministro ha voluto ribadire le sue convinzioni sulla questione. Non solo. Amato ha anche precisato qualcosa di emotivamente ancora più “diretto”, dal momento che ha affermato di aver parlato per ragioni di età anagrafica ormai avanzatissima: “La ragione è che una persona di 85 anni comincia a ragionare avendo in mente qualcosa di diverso da ciò che quotidianamente affligge i giornalisti che si occupano di cronaca politica, e inizia a pensare che ha davanti poco tempo e a chiedersi se c’è qualcosa di utile e di incompiuto”. Tradotto: a chi può interessare fare qualcosa – presumibilmente un danno – a un vecchio sulla via del tramonto? Di conseguenza, si può anche parlare. Ciò non toglie che questi rimbalzi continui non facciano onore a una figura già compromessa dalla storia, e per tanti altri motivi che non riguardano Ustica.
L’ex premier decida cosa vuole fare da grande
Su Ustica Amato deve decidersi: parlare o non parlare. Ammesso e non concesso che sappia davvero qualcosa, elemento di cui su due piedi non possiamo avere certezze. L’ex presidente chiama in causa – in modo sfumato e non definito – anche la strage di Bologna, affermando di non saperne abbastanza, ma anche in questa sede sottolineando di conoscere quella di Ustica: “La strage di Ustica, anche se non so se sarei in grado di superare l’esame sulla sentenza Priore, la conosco, della strage di Bologna so molto meno. Ma esiste questo tema: ci sono situazioni importanti rispetto alle quali abbiamo la percezione di una verità fasulla o incompiuta”. Viene spontaneo chiedersi se la questione sia stata chiamata in causa per ragioni che – tanto per cambiare – ancora non conosciamo.
Alberto Celletti