Roma, 3 ago – Premessa di metodo: ognuno fa della propria vita ciò che preferisce, e noi commentiamo chi vogliamo, ossia gli incommentabili, perché il resto della palude annoia a morte. E dunque non possiamo non notare un Partito Democratico affetto da una esterofilia senza confini (battuta non casuale, s’intende) che lo conduce a un’inutile idiozia la quale, a sua volta, lo spinge nel baratro dell’irrilevanza politica delle nullità.
L’autogol di Scalfarotto
Ivan Scalfarotto, icona omosex della sinistra gay friendly, si è scapicollato in carcere dai due americani tristemente noti per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega per sincerarsi delle condizione di salute cui versavano: l’ex sottosegretario temeva che stessero male per via della storia della benda messa per cinque minuti sugli occhi dell’assassino prima del suo interrogatorio. Avrà pensato che il bendaggio potesse avere effetti collaterali gravi, o che le guardie carcerarie continuassero ad infierire sui due poveri angeli, i quali, distrattamente, si erano strafatti di droga e impegnati nell’accoltellamento del nostro carabiniere. Roba che capita e che deve essere derubricata sotto la voce “morti sul lavoro” assieme al muratore che cade dall’impalcatura e al calciatore morto d’infarto durante il gioco. Un’icona gay non potrebbe mai allinearsi ai bifolchi che prenderebbero a randellate gli assassini di un carabiniere perché, nella sua infinita saggezza e sensibilità, egli riesce nello sforzo sovrumano di interessarsi alla comodità della loro sistemazione in carcere. Il gay del terzo millennio perdona lo straniero assassino e contestualmente chiede l’estromissione dal consesso civile dei fascisti incapaci di propagandare l’amore universale perché intenti ad affermare il misogino principio per il quale un bambino deve poter crescere con un padre e con una madre. Negando questa ovvietà, negano, Scalfarotto ma anche chi va a letto con persone del sesso opposto, l’attaccamento sentimentale che ogni italiano dovrebbe provare verso l’Italia, e dunque i due americani meritano vicinanza, aiuto, una nuova raccolta di firme e un nuovo impegno sociale, civile, collettivo. Sono rimasti in cinque a fare queste coglionate, eppure credono ancora di poter ghettizzare la maggioranza affetta dalla solita deprecabile anima nera.
L’esterofilia di Gozi
Ovvietà, dicevamo. Proprio come quella che dovrebbe indurre chiunque a prendere per un orecchio il piddino Sandro Gozi per chiedergli cosa diavolo alberghi in un quella sua testolina. Andare a lavorare per il governo francese dopo aver ricoperto incarichi importanti in quello italiano: sei scemo? Anche Calenda, che però con la sua indignazione sterile ha rotto le palle, gli ha dato del cretino. D’altronde loro hanno formato la generazione Erasmus dedita al cazzeggio perpetuo in Europa e nel mondo, senza patria e senza radici, nessun confine e nessun senso della vergogna, con quella faccia stralunata per la richiesta di chiarimenti da parte di una nazione che si aspetterebbe lealtà. E un piccolo dubbio ci assale: se Gozi fa ora parte di un governo avversario di quello francese, per quali ragioni egli è così apprezzato a Parigi? Il sospetto di molti è che, assieme all’apertura dei confini, Gozi sia disponibile ad aprire la bocca su questioni interne all’Italia di cui Macron probabilmente va ghiotto. Esterofilia, dicevamo. Cioè: più non siete italiani e più dell’Italia fareste carta igienica, e più io vi ammiro, vi seguo, vi servo.
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Il Pd odia l’Italia
Chissà se hanno in programma un’altra marcia sul ponte della nave Open Arms, facente capo a una Ong spagnola, che ha raccattato 123 clandestini in mare. La condizione necessaria, ma non sufficiente, è che il capitano violi più leggi italiane possibili appellandosi a un non meglio specificato diritto del mare che manderebbe in frantumi il nobile concetto di sovranità italiana. Insomma, accartocciate questo malandato paese coi suoi odiosi cittadini fascistoidi e tiratelo nel cestino che sarà l’inferno di chi non rimane sempre umano. Lo dicono tutti in tutte le lingue, dall’artista all’antropologo allo scrittore al politologo, da Ovadia a Toscani: l’Italia non esiste, l’italianità neanche poiché esiste la mera umanità che ha diritto di spostarsi e di incrociarsi come fanno i cani randagi per strada.
Questo mondo liberal, fallace dal punto di vista dei programmi e dei risultati, difende la propria insipienza con uno snobismo feroce verso chiunque non si allinei alla loro visione del mondo, che, oltretutto, si presenta confusa e abborracciata: gente che lavora per governi stranieri e altra che va in visita all’assassino di un carabiniere. Il tutto per tracciare una linea di demarcazione oltre la quale sei un coglione insensibile, ed entro la quale fai parte della casta degli eletti buoni, bravi, democratici e in grado di cogliere il vero senso dei fatti. Tipo che alle elezioni raccattano delle sventole che abbatterebbe un elefante, ma non il loro ego.
Lorenzo Zuppini
1 commento
Fossi nato qualche anno dopo,avrei voluto farla anch’io la mia esperienza Erasmus mettendo come prima cosa in valigia un bel pacco di Goldoni.