Roma, 31 gen – La Presidenza della Repubblica è in mano alla sinistra da trent’anni netti. E con l’elezione di sabato che ha sancito il prima “impossibile” Mattarella bis, la proiezione vola verso le trentasette primavere.
Presidenza della Repubblica e sinistra italiana: binomio indissolubile
Dal 1992, tutti i presidenti della Repubblica sono in qualche maniera affiliati al “Feudo” della sinistra italiana, ovvero all’architettura partitica che oggi fa capo al Pd e ai suoi partiti satellite (i vari “Rifondazione”, i Leu, Si, eccetera, senza dimenticare il più grande dei satelliti, ovvero il M5s). E allo stesso modo essi sono affiliati a tutto il sistema istituzionale e culturale ad esso legato (dunque la magistratura, posto che il Presidente è a capo del Csm, e il circolo di stampa e televisioni).
Da Oscar Luigi Scalfaro, dopo la fine della prima Repubblica, è cominciato tutto. Il democristiano di sinistra non si fece scrupoli a frenare il primo governo Berlusconi nel 1994, convincendo il Cavaliere a dimettersi con la – falsa – promessa di un rimpasto, che poi diede luogo al ribaltone e all’esecutivo tecnico guidato da Lamberto Dini. Stesso dicasi per Carlo Azeglio Ciampi, ex bancario al Quirinale del 1999 al 2006, appartenente a quel sistema economico-internazionale ben caro al Pd, lo stesso che ha distrutto senza mezzi termini l’economia pubblica italiana e che ha condotto alla svendita del patrimonio industriale negli anni Novanta.
Su Giorgio Napolitano (2006 – 2015, il primo ad essere rieletto e ad aver iniziato un secondo mandato) non c’è nemmeno da discutere, vista la provenienza dal vecchio Pci. E infine il caro, inossidabile Sergio Mattarella, pienamente asservito ad ogni dinamica di natura europeista, immigrazionista e globalizzatrice. Abbiamo appena assistito alla sua rielezione: c’è chi sostiene che non durerà un altro settenato, esattamente come il “Napolitano bis”. Ma anche se fosse, le dinamiche del Quirinale ormai sembrano appartenere a una sola area politica, e non sembra che sia possibile scalfirle. Se poi ci si aggiunge anche una infelicissima complicità del centrodestra, il quadro diviene ancora più tragico.
La complicità del centrodestra
Quanto osservato sabato è stato lo spettacolo più triste che il centrodestra potesse mostrare. Posto che nessun nome proposto da Matteo Salvini e compagni sarebbe potuto essere considerato dannoso per la politica del Pd (incluso quello di Maria Elisabetta Casellati, che avrebbe incarnato tutto quanto il Nazareno difende e favorisce in termini di agenda politica), osservare il leader della Lega addirittura chiedere pubblicamente di votare per il Mattarella bis è stata la peggiore conclusione possibile. C’è modo e modo di perdere e perfino di sottomettersi.
Ne è uscita dignitosamente soltanto Giorgia Meloni, come dicevamo ieri. Ma il dubbio che ponevamo, lo riproponiamo: chissà quanto durerà. E il sospetto è che non potrà andare oltre un’eventuale affermazione elettorale “seria” (intesa intorno al 20% dei consensi) di Fratelli d’Italia e del suo presidente.
Stelio Fergola
2 comments
casualmente,l’italia se ne è andata a meretrici PROPRIO dal novanta in avanti.
e sempre casualmente,TUTTI coloro che l’hanno distrutta sono di sinistra o di centrosinistra….
ma casualmente,eh?
SOLO casualmente.
Nessuno è immortale.